Qualità e grandi firme del design, ecco il segreto del made in Italy

La grandi aziende italiane del mobile e dell'arredo scommettono sull'innovazione. La strategia è creare mobili e arredi made in Italy di qualità alta affidando ai grandi designer, anche stranieri, la progettazione per mantenere la qualità alta

Qualità e grandi firme del design, ecco il segreto del made in Italy

di Matteo Colombo, Eliana Biancucci e Adriano Lo Monaco

Nel viaggio all'interno del Salone internazionale del mobile di Milano, di stand in stand, si scoprono nuovi prodotti e soluzioni per l'arredamento, esempi dell'evoluzione e della crescita del made in Italy e del saper fare. Tra le aziende più accattivanti e “splendenti”, ad esempio, a Euroluce troviamo la Flos, nata in un piccolo laboratorio di Merano ormai cinquantuno anni fa e che quest'anno lega il suo nome al designer cipriota Michael Anastassiades. Come ha spiegato Francesco Rodriquez, responsabile ricerca e sviluppo, la Flos propone un apparecchio di illuminazione in due forme diverse, a sfera e a cono, che hanno la funzione di disegnare una linea nell'ambiente. Si tratta di una nuova soluzione di illuminazione perché offre al cliente la possibilità di gestire un disegno della stanza, seguendo una propria identità o allineandosi alle proposte e ai layout del marchio. In questo impianto è inoltre presente un interruttore ottico che permette l'accensione e lo spegnimento della fonte luminosa sfiorando la parte alta della lampada.

Flexform ha deciso di continuare a produrre oggetti di lusso per una clientela sempre più internazionale ed esigente. La strategia dell'azienda è quindi di continuare a produrre in Brianza, facendo dialogare l'esperienza locale con le grandi firme del design italiano. Tra loro ci sono Antonio Citterio e Carlo Colombo che hanno firmato i prodotti esposti quest'anno. “Secondo la nostra azienda il modo migliore di reagire alla crisi è continuare a produrre per una clientela di fascia alta” spiega Matteo Galimberti, responsabile marketing “per questo continuiamo ad innovare e a produrre oggetti di qualità”.

Innovazione è la parola chiave anche per Lema, altro brand brianzolo che produce da oltre quarant'anni mobili per la casa. L'idea è di usare materiali diversi per oggetti nuovi, che possono rendere l'offerta di questa azienda ancora più completa. Non solo mobili per la casa, ma anche specchi che si fissano alla parete e riflettono immagini bidimensionali, tavolini e divani per la sala. “La strategia dell'azienda - spiega il presidente Angelo Meroni -, è di fornire ogni oggetto al cliente che può quindi arredare la sua abitazione con prodotti che portano il nostro marchio”. Per ottenere questo risultato, Lema ha collaborato con le grandi firme internazionali. Quest'anno gli oggetti sono stati disegnati dai designer Werner Aisslinger, Toan Nguyen, Raw Edges e Giopato&Coombes.

Al rinnovamento guarda anche la veneta Pianca, con più di 53 anni di storia ed esperienza nell'arredamento, che produce interamente in Italia e vende soprattutto nel nostro Paese: solo il 25% della produzione è infatti destinato all'export. Come spiegato dal responsabile comunicazione Luca Brandolini, Pianca ha deciso di affidarsi ad un art direction di prestigio, Fattorini and Partners, per aggiungere alla produzione di livello medio, anche una serie di oggetti di livello alto. Tra questi c'è la nuova libreria Steel: un complesso di mensole in mdf laccato e contenitori che si appoggia ad un sistema di boiseries e pannelli a parete. Il prossimo traguardo di Pianca è quello di riuscire ad avere finalmente dislocati in Italia dei negozi interamente “monomarca”, mentre il rafforzamento della distribuzione all'estero si muove non solo nel resto d'Europa ma anche verso gli Stati Uniti, la Russia e l'Estremo oriente.

La crisi del mercato italiano rappresenta quindi anche un'opportunità per le aziende del mobile - arredo che puntano sull'innovazione, la qualità e il design per competere sui mercati internazionali.

Il messaggio è che la crisi non può essere affrontata abbassando qualità e prezzo, ma è necessario far conoscere l'eccellenza del Made in Italy ad una clientela sempre più vasta e internazionale, disposta a pagare anche qualcosa in più per avere "oggetti del desiderio" di una qualità più elevata.

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