Quelle due ore di buco nell'omicidio di Elena Del Pozzo

Subito dopo l'omicidio di sua figlia, Martina Patti ha chiesto chiesto aiuto ai parenti: tra quelle chiamate potrebbe esserci quella al complice

Quelle due ore di buco nell'omicidio di Elena Del Pozzo

Gli inquirenti continuano a cercare il complice di Martina Patti, la donna che ha ucciso sua figlia di quasi 5 anni. È possibile, infatti, che sia stata aiutata da qualcuno per le operazioni di occultamento del corpo della bambina e, in quel caso, gli inquirenti potrebbero già arrivare a una svolta nelle prossime ore, grazie alle immagini di una telecamera di sicurezza puntata sull'abitazione della donna. Sembrano non esserci più dubbi per quanto riguarda il luogo del delitto, che non sarebbe il campo dove la Elena Del Pozzo è stata fatta trovare cadavere da sua madre ma la villetta in cui Martina Patti viveva con la bambina. E il complice potrebbe essere proprio tra le persone che la donna, tra le 14 e le 16, ha contattato freneticamente chiedendo aiuto. Sono due le ore di buco in questo terribile omicidio, che ora gli inquirenti devono ricostruire attraverso gli strumenti a loro disposizione.

Come riferisce il Messaggero, i tabulati restituiscono un'intensa attività della donna nel lasso di tempo compreso tra l'uccisione della bambina e la denuncia di Martina Patti per il finto rapimento di Elena. Numerose le richieste d'aiuto inviate ai parenti da parte della donna ed è tra quelle che ora si concentra la ricerca del possibile complice. La telecamera di sorveglianza dirà se qualcuno si è recato a casa di Martina Patti in quelle ore ma a dare supporto alle indagini ci saranno anche i rilievi che nelle prossime ore verranno condotti proprio in quell'abitazione dagli esperti dell'Arma. La casa è sotto sequestro e tutte le operazioni troveranno compimento sabato: si cercano tracce di sangue ma anche la possibile arma del delitto, finora introvabile e sulla quale Martina Patti ha dichiarato di non essere in grado di fornire indicazioni. Quando i carabinieri sono entrati per la prima volta in casa non hanno trovato tracce di sangue evidenti e nemmeno abiti sporchi e il sospetto è che la donna abbia anche avuto il tempo e la lucidità di pulire tutto.

Il padre della piccola si è sfogato con una lunga lettera inviata alla stampa: "Ho sentito parlare di pazzia e di gelosia morbosa, ma non ho sentito parlare di cattiveria e di sadismo. Come si può reputare un raptus quello che ha fatto Martina? Un omicidio premeditato e studiato in ogni particolare". L'uomo, distrutto dal dolore, ha aggiunto: "I momenti di pazzia sono susseguiti da momenti di lucidità. Momenti in cui non si è nemmeno pentita di aver ucciso la bambina. Bensì ha messo Elena dentro dei sacchi della spazzatura, l'ha sotterrata, si è ripulita e ha ripulito, ha inventato un sequestro creandosi un alibi e ha colpito la sua macchina per inscenare un aggressione! 24 ore di bugie. Quindi un omicidio in cui ci si crea pure un alibi e si occulta il corpo. Non può essere un raptus di pazzia".

In queste ore, intanto, è in corso l'esame autoptico sul corpo di Elena Del Pozzo, che potrà fornire ulteriori informazioni su come la madre l'abbia uccisa. Oggi è anche il giorno dell'interrogatorio di convalida per Martina Patti, che come ha già anticipato il suo avvocato potrebbe non rilasciare ulteriori dichiarazioni oltre a quelle già fornite al momento della confessione. La ricostruzione finora fatta dai carabinieri indica che la donna ha ucciso sua figlia in casa, per poi inserirla svestita all'interno di diversi sacchi neri in modo da trasportarla nel campo a 600 metri da casa dove poi l'ha fatta ritrovare.

Si ipotizza anche che la donna possa aver tentato di sviare le indagini, in modo tale che il corpo della bambina fosse stato trovato dai carabinieri si sarebbe potuto pensare a un rampimento con fini sessuali. Resta da capire se abbia agito da sola o se qualcuno possa averla aiutata.

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