Il Quirinale ora rassicura: non c'è fretta

È già quasi l'ora di cena, l'auto corre veloce sull'A1 verso il suo casale in Umbria, quando Mario Draghi chiama il capo dello Stato e lo aggiorna sulla trattativa

Il Quirinale ora rassicura: non c'è fretta

È già quasi l'ora di cena, l'auto corre veloce sull'A1 verso il suo casale in Umbria, quando Mario Draghi chiama il capo dello Stato e lo aggiorna sulla trattativa. «Presidente, tutto sotto controllo». Missione compiuta: Grillo è stato domato, i Cinque Stelle avranno il super ministero verde e qualche altra nocciolina. Ora la piattaforma Rousseau può votare e il governo partire. Non è stato poi troppo difficile. Il garante del movimento, che fatica a tenere buoni i suoi, aspettava un «segnale», un trofeo da esibire nella sua piazza virtuale. E gli è arrivato con le parole di Donatella Bianchi, presidente del Wwf, all'uscita della Camera. «Ho una buona notizia, ci sarà un dicastero della transizione ecologica».

Sergio Mattarella sembra rasserenato. «Ricordati che non hai termini né vincoli. Prenditi il tempo che ti serve». Supermario la calma non l'ha mai persa, grillini o no sarebbe andato avanti comunque come un treno. Certo, meglio così. E pazienza se Beppe voleva di più, se pretendeva un «segnale» esplicito, una dichiarazione, un intervento pubblico, qualcosa di tangibile da offrire in pasto ai militanti e convincerli ad appoggiare il governo che sta per nascere. Niente, non esageriamo. Si farà bastare la telefonata pomeridiana del premier incaricato, che gli ha assicurato che il reddito di cittadinanza non verrà demolito subito, e la frase della Bianchi, ricevuta a Montecitorio nell'ultima tornata di consultazioni: un ministero che riunisce le competenze di energie, ambiente e sviluppo economico. Ecco lo scalpo, M5s salirà a bordo.

È il giorno delle parti sociali, Confindustria, sindacati, banche. Tutti d'accordo, tutti con Mario. «C'è molto da lavorare - dice Carlo Bonomi - avrà il nostro appoggio». Pure Cgil, Cisl e Uil «daranno una mano». Sfilano anche Regioni, Province e Comuni, con i quali l'argomento forte è il piano vaccino, ma la scena viene presa dagli incontri con il terzo settore. Con gli ecologisti in particolare, usati, se non come negoziatori, almeno come portavoce. La numero uno del Wwf si dice «favorevolmente colpita» quando Draghi le racconta che considera «centrale» la questione ambientale perché «la trasformazione verde dovrebbe essere un argomento trasversale a tutte le forze politiche». Per Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, «sono parole davvero importanti».

E ancora di più lo sono per Grillo, che forse adesso riuscirà a far digerire alla base il rospo della Bce e a contenere i dissidenti. Era il diavolo, il nemico numero uno, il banchiere tecnocrate appoggiato dai poteri forti. Ora è diventato «uno di noi», un pentastellato ad honorem. Chissà se la berranno. Draghi ha finito le sue consultazioni, non ha in programma un terzo giro e aspetta il pronunciamento della piattaforma Rousseau ma senza troppi patemi. Occuperà il tempo preparando la squadra, anche il dosaggio tra tecnici e politici dipenderà dal grado di adesione dei partiti al progetto.

Il voto online dei grillini dovrebbe concludersi entro stasera quindi, in teoria, il presidente incaricato potrebbe salire per sciogliere e annunciare la lista dei ministri già domani pomeriggio. Un indizio: la tradizionale cerimonia al Quirinale per celebrare l'anniversario dei Patti Lateranensi, prevista per venerdì, è stata rimandata alla prossima settimana. Mattarella però ha invitato l'ex capo di Eurotower a non avere fretta. Lui che è abituato a gestire il potere in solitaria, si sta infatti scontrando con i bizantinismi del Palazzo e deve prestare attenzione. Risolta forse, hai visto mai, la grana Cinque Stelle, se ne potrebbero presentare altre, per cui dal Colle si prevede che il professore chiuderà la partita non prima di lunedì.

Insomma, tempi supplementari, durante i quali Draghi dovrà respingere l'ultimo assalto dei partiti. Lo schema di gioco e il solito, l'abbiamo visto in questi giorni: uno contro tutti.

Ma il tempo per i politici è finito, quello che il presidente incaricato doveva dire lo ha detto durante le consultazioni, adesso non può certo mettersi a correre appresso ai partiti e ai loro riti. Semmai si fa inseguire. Mattarella è stato chiaro: Supermario è l'ultima spiaggia, dopo c'è soltanto il voto.

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