È arrivato in redazione poco dopo l'attentato contro Charlie Hebdo, Patrick Pelloux, medico e collaboratore della rivista ed è stato tra i primi a raccontare cosa sia successo durante quei tragici momenti.
All'arrivo dei terroristi, i giornalisti di Charlie Hebdo - racconta Pelloux - erano "impegnati in una riunione di redazione contro il razzismo", gli jihadisti li hanno presi uno per uno e "li hanno uccisi come in esecuzioni".
Il direttore della rivista, Stephane Charbonnier, "si è alzato per trattare", ma non c'è stato nulla da fare. Il destino della redazione di Charlie Hebdo era già stato deciso: sarebbero morti tutti.
Pelloux si lascia andare a amare considerazioni - "non so più che cosa devo fare. Ho perso i miei" - ma, allo stesso tempo, sa anche che la rivista satirica continuerà ad esistere: "I 4671058654785px;">l giornale continuerà, perché non ci hanno sconfitti, e che Charb, Cabu, Wolinski, Honoré, Tignous, Maris, Mustapha, Elsa non sono morti per niente. Non ci deve essere nessun odio contro i musulmani".
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