Un nuovo massimo storico: 5,5 milioni di persone in povertà assoluta

Quasi due milioni le famiglie in povertà assoluta nel Paese. Dalla Caritas dati preoccupanti: "Cresce la disuguaglianza sociale"

Un nuovo massimo storico: 5,5 milioni di persone in povertà assoluta

Dati sconcertanti quelli riportati nell'ultimo rapporto redatto dalla Caritas. Per l'anno 2021, infatti, la povertà ha raggiunto un nuovo massimo storico, confermando purtroppo la triste tendenza del 2020. Nel 21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale dal titolo L'anello debole (qui la versione integrale), la Caritas riferisce inoltre che le famiglie a trovarsi in povertà assoluta sono ormai 1 milione 960mila, che corrisponde a 5.571.000 persone. Si tratta del 9,4% della popolazione residente nel Paese. Una maggiore incidenza viene registrata nel Sud (10%) mentre diminuisce nel Nord, specialmente nel Nord-Ovest (6,7%).

Numeri in aumento

Nel suo rapporto, Caritas spiega che solo nel 2021 le persone accolte nei centri di ascolto sono state 227.566, con un aumento rispetto al 2020 del 7,7%. Fra i supportati sono stati specialmente stranieri. Non sempre nuovi poveri, ma persone che "che oscillano tra il dentro fuori dallo stato di bisogno".

A chiedere aiuto, prosegue l'ente, sono sia uomini (50,9%) che donne (49,1%). In un anno è inoltre cresciuta l'incidenza delle persone straniere, ora al 55%, con picchi massimi che arrivano al 65,7% e al 61,2% nelle regioni del Nord-Ovest e del Nord-Est. "Nel Sud e nelle Isole, prevalgono gli assistiti di cittadinanza italiana che corrispondono rispettivamente al 68,3% e al 74,2% dell'utenza" prosegue il documento.

La Caritas evidenzia anche il dato relativo all'età di chi cerca aiuto. In media le persone a chiedere assistenza hanno 45,8 anni.

Minori in povertà

Particolare attenzione deve essere data allo sconcertante dato relativo ai minori che si trovano in stato di povertà. Quasi i due terzi delle persone aiutate dalla Caritas, infatti, ha anche dei figli, spesso di età inferiore ai 18 anni (dato in crescita rispetto al 2020). Stando agli ultimi numeri rilasciati dall’Istat, ben 1,4 milioni di bambini vivono in povertà assoluta. Bambini che non hanno il necessario per vivere una vita dignitosa, non possono permettersi un’alimentazione adeguata, o una casa confortevole.

Cresce l'analfabetizzazione

Preoccupa, inoltre, la correlazione registrata nel 2021 fra stato di deprivazione e bassi livelli di istruzione. Sempre di più coloro che possiedono solo la licenza media (dal 57,1 al 69,7%). Tante anche le persone analfabete, che non hanno titoli di studio o sono in possesso della sola licenza elementare.

Nel Sud e nelle isole, prosegue la Caritas, sono maggiormente gli italiani a rivolgersi all'ente. Il dato è pari a 84,7% e al 75%. "Strettamente correlato al livello di istruzione è, inoltre, il dato sulla condizione professionale che racconta molto delle fragilità di questo tempo post pandemico" di legge nel documento.

Aumentano i disoccupati

Un altro dato allarmante è l'aumento dei disoccupati o inoccupati, che dal 41% passa al 47,1%. Gli occupati, invece, diminuiscono: dal 25% al 23,6%. Nell'anno intercorso fra il 2020 e il 2021 l'incidenza della povertà è cresciuta, specialmente nelle famiglie con almeno 4 persone. Famiglie con una persona di riferimento con età fra i 35 e i 55 anni e bambini fra i 4-6 anni, famiglie composte da stranieri o con almeno un reddito da lavoro. L'incidenza è cresciuta meno per i piccoli nuclei familiari, con anziani o composte da una sola persona.

Sale anche il disagio sociale legato all’occupazione: la metà delle persone assistite (47,1%) cerca una prima o una nuova occupazione senza tuttavia riuscirci, anche a causa del loro basso capitale scolastico-formativo.

Nel commentare tale elaborato, il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha manifestato tutta la propria preoccupazione. "Per guardare al futuro però" ha dichiarato Zuppi, come riportato da Agi, "dobbiamo capire bene il presente, altrimenti ci accontentiamo di alcune enunciazioni, oppure la visione del futuro resta del tutto staccata dai dati reali. Di qui la grande utilità del Rapporto, delle indicazioni che offre e quindi della visione che richiede".

Le previsioni per il 2022

Non è ancora concluso l'anno 2022, ma i dati in possesso della Caritas non sono incoraggianti. La crisi economica, incrementata anche dalla situazione internazionale, porta a gravi scenari di incertezza, non solo per l'Italia.

La Caritas prende in esame gli strascichi della pandemia, l'inflazione, il caro energia e l'aumento dei tassi di interesse. Tutti fattori che non fanno sperare in un ridimensionamento della povertà.

A pagare il prezzo più alto, insiste l'ente, saranno le fasce più deboli e indigenti.

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