Ratzinger criticato dall'ala "sinistra" della Chiesa

Joseph Ratzinger criticato senza essere nominato da un monaco laico. Questa è l'ultima querelle dottrinale costruita attorno alla figura di Benedetto XVI

Ratzinger criticato dall'ala "sinistra" della Chiesa

Joseph Ratzinger viene tirato in ballo pure quando il suo nome non viene palesato.

Esistono critiche manifeste al papa emerito e critiche celate. Gli elogi e le esaltazioni, invece, sono sempre dichiarate. Benedetto XVI, dalla pubblicazione delle diciotto pagine sul "collasso morale" della Chiesa in cattolica in poi, quelle che hanno posto l'accento sulle distorsioni sessantottine, è tornato protagonista del dibattito ecclesiale, ma pure come obiettivo delle radiorilevazioni dei teologi di sinistra. Abbiamo già raccontato della "furia progressista". Stando pure a quanto riportato questa mattina dal quotidiano La Verità, l'ultima querelle dottrinale ripristinata dagli anti-ratzingeriani riguarda il gesuita belga Jacques Dupuis e la sua visione del cattolicesimo. Conviene procedere con ordine.

Alcuni commentatri tradizionalisti, tempo fa, avevano accusato papa Francesco di voler creare il primo cardinale laico, il cui nome sarebbe dovuto corrispondere a quello di Enzo Bianchi, monaco e fondatore della comunità di Bose. Sarebbe stata una delle tante "aperture" che il "fronte conservatore" non digerisce. Poi, prescindendo dalle ricostruzioni giornalistiche, non se n'è fatto niente. Enzo Bianchi continua a essere considerato uno degli uomini più vicini al Santo Padre dal punto di vista culturale. In queste ore, per via di un articolo pubblicato su Repubblica, l'uomo nato a Castel Boglione è stato accostato alla rivalutazione del pensiero teologico di Jacques Dupuis, che era stato stroncato dal teologo tedesco quando era incaricato come prefetto presso la Congregazione per la Dottrina della fede. L'allora cardinale era arrivato a scrivere quella che in gergo si chiama "notificazione". Il "mite professore" di Tubinga non poteva accettare la "teologia cristiana del pluralismo religioso". In sintesi, il gesuita belga caldeggiava la sussistenza di una possibile equiparazione tra confessioni religiose. Se Ratzinger non fosse intervenuto, il primato gerarchico del cattolicesimo sarebbe potuto scomparire. Bianchi ha parlato di "persecuzione". A rincarare la dose della dialettica in atto, ci ha pensato Vito Mancuso, che ha scritto su Twitter che la narrazione del monaco laico è manchevole solo del "nome del colpevole". Lorenzo Bertocchi, che ne ha scritto per il quotidiano diretto da Belpietro, ritiene a ragione che ci si riferisca a Benedetto XVI.

Uno dei punti polemici sollevati nei confronti dell'azione pastorale di Jorge Mario Bergoglio è proprio questa presunta spinta alla multireligiosità.

Tutte le religioni conducono alla salvezza? Il dialogo continuo con l'islam rischia di mettere in discussione la preminenza del cattolicesimo? Queste sono le domande a cui ha risposto Joseph Ratzinger quando ha notificato il libro di Jacques Dupius. Sono pure le stesse, però, che vengono poste al pontefice argentino dai suoi assidui critici.

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