Animali ammazzati: l'orrore dopo il rave della follia

Pecore scomparse, morte, gravemente ferite e poi flora e fauna distrutta: questa è l'eredità del rave party di Valentano, per il quale ora si contano i danni

Animali ammazzati: l'orrore dopo il rave della follia

L'area attorno al lago di Mezzano, e lo stesso specchio d'acqua, subiranno le conseguenze del rave party per diverso tempo. Per anni, dice qualcuno. I primi che sono entrati in quel terreno dopo lo sgombero sono stati accolti da una puzza nauseabonda quasi insostenibile. Rifiuti, escrementi e qualunque tipo di materiale gastrointestinale espulso dai ravers si è mischiato alla spazzatura lasciata sotto il sole cocente di agosto e alle carcasse degli animali caduti vittima dell'inciviltà.

Per 6 giorni, 10mila persone si sono accalcate nei terreni dell'azienda agricola di Piero Camilli, proprietario del terreno e sindaco di Grotte di Castro, perpetrando un vero e proprio scempio dell'ambiente e arrecando un danno incalcolabile alla flora e alla fauna. È stato calcolato che sono 30 i capi di bestiame che sono andati persi. Almeno 10 pecore sono sparite, 5 sono state trovate morte e altre 15 dovranno essere abbattute e avviate al macello a causa delle ferite e agli stenti.

I ravers, come riporta il Corriere, hanno lasciato i loro cani di grossa taglia liberi di agire, in alcuni casi li hanno aizzati contro le pecore, che hanno avuto la peggio. La carenza d'acqua provocata dalla rottura del pozzo e il grande caldo hanno fatto il resto nei giorni della follia di Valentano. Ma le pecore non sono le uniche vittime del rave, perché la musica martellante a ogni ora del giorno e della notte ha fatto scappare gli animali selvatici che popolano il lago di Mezzano e le sue sponde. Una migrazione forzata che potrebbe rivelarsi in alcuni casi irreversibile, perché quell'ambiente potrebbe ora essere visto come "ostile" dagli animali che si sono dati alla fuga.

Eppure, il signor Camilli la denuncia l'ha presentata quando ancora il rave era in corso, quando ancora era possibile fermare il tutto. Il proprietario del terreno stima in 90/100 mila euro i danni subiti, o almeno quelli che possono essere quantificati. "I varchi delle forze dell'ordine erano a sei chilometri da qui. In questo perimetro 10 mila persone sono state lasciate libere di fare quello che hanno voluto, mentre io e la mia famiglia eravamo barricati in casa temendo incursioni. L'unica consolazione è quella di essere assicurato: domani un perito sarà qui", ha detto Piero Camilli a la Repubblica. A questi si aggiungono anche i furti nei negozi della zona, le "spese proletarie" e il furto di gasolio dai mezzi agricoli. E poi anche i giovani nudi al supermercato e le aggressioni alle forze dell'ordine.

In tutto questo, com'era prevedibile, il rischio è quello della bomba sanitaria.

Sono già diversi i casi di Covid emersi dopo il rave, tanto da costringere le Asl del Lazio e della Toscana a intensificare i controlli sul territorio per intercettare, anche tramite i camper, i partecipanti e sottoporli al tampone. Inoltre, le forze dell'ordine sono state chiamate a un lavoro extra anche per i controlli sui reduci dal rave, alcuni dei quali trovati con a bordo quantitativi di droga varia.

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