È tutto un lavoro di algoritmi, di calcoli in costante aggiornamento e di proiezioni. Con il passare delle ore, le stime sulla caduta del razzo cinese Long March 5B vengono perfezionate e modificate dagli esperti. Le previsioni sull'impatto del bestione spaziale di Pechino, in caduta libera verso la Terra, non saranno infatti definitive sino all'ultimo: gli ingegneri considerano che la precisa traiettoria dei detriti la si potrà ottenere solo in prossimità dell'evento attenzionato. Proprio per questo l'allerta è massima e ora la notizia è che l'Agenzia dell'Unione europea per la sicurezza aerea ha incluso anche l'Italia nelle zone a rischio "precipitazioni".
Se fino a ieri, infatti, il coinvolgomento del nostro Paese era solo un'ipotesi, ora le possibilità di un'effettiva esposizione al rischio si sono fatte meno remote. In particolare, in base alle previsioni attuali di caduta, la protezione civile ha fatto sapere che, dalle misurazioni, non si possono ancora escludere tre differenti traiettorie verso l'Italia. Queste ultime - riporta l'Ansa - potrebbero interessare il centro-Sud, in particolare Lazio (da Latina verso Sud), Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna e Sicilia. "Sono previste, sul nostro Paese, 3 differenti orbite che andranno ad interessare, per alcuni secondi, 5 porzioni di territorio delle regioni centro-meridionali e insulari. Non è quindi ancora completamente possibile escludere la remota possibilità che uno o più frammenti del satellite possano cadere sul nostro territorio", si legge in una nota della protezione civile.
Ad oggi, riferisce la Difesa, l'ingresso nell'atmosfera è stimato nella tarda notte di sabato 30 luglio e ulteriori misurazioni permetteranno di definire con più precisione i parametri. Gli ultimi calcoli, elaborati dall'americana Aerospace Corporation, collocano l'evento intorno alle 20.26 (ora italiana) di domani, con un'incertezza di circa 6 ore. Per non creare allarmismi, gli esperti fanno sapere che le probabilità di atterraggio in una zona abitata sono estremamente rare, ma non del tutto assenti. Nel maggio 2020, ad esempio, i pezzi di un razzo caddero su alcune proprietà in Costa d'Avorio, provocando danni ma nessun ferito tra la popolazione.
In questo caso, Malta, l'Italia, la Francia, la Grecia, il Portogallo, Spagna e la Bulgaria sono state incaricate di applicare restrizioni per
un'area di 200 km. Da qui alle prossime ore, gli organi di monitoraggio spaziale forniranno indicazioni più dettagliate ai suddetti Paesi, così da abbassare o innalzare il livello di attenzione attorno al razzo cinese vagante.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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