Razzo cinese in caduta libera sulla Terra: "Anche l'Italia rischia"

Il pezzo centrale del razzo Long March 5B dovrebbe ricadere sulla Terra il 31 luglio, ma il punto di impatto sarà incerto fino all'ultimo. La Nasa attacca: "Cina non rispetta standard di responsabilità"

Razzo cinese in caduta libera sulla Terra: "Anche l'Italia rischia"

Alto come un palazzo di dieci piani e pesante 23 tonnellate, lo stadio centrale di un razzo cinese Long March 5B è in caduta libera sulla Terra. Il missile spaziale era stato lanciato domenica scorsa, 24 luglio, per portare in orbita il secondo modulo della nuova base cinese Tiangong, ancora in costruzione. Il governo di Pechino ha assicurato che il rientro verrà tracciato da vicino, ma gli esperti internazionali hanno sin da ora alzato il livello d'attenzione: la traiettoria del componente in caduta, infatti, subirà correzioni variazioni e sarà incerta fino all'ultimo.

Secondo alcune stime il razzo rientrerà nell'atmosfera terrestre intorno alle ore italiane 9.30 del 31 luglio prossimo, con un grado di incertezza di 22 ore in più o in meno. Ciò significa che il detrito potrebbe rientrare anche sabato 30 luglio o lunedì 1 agosto. Al momento, come accennato, non è tuttavia possibile prevedere né il momento esatto dell'impatto con il suolo terrestre, né l'area che sarà coinvolta. "Fino a che non si è in prossimità dell'evento, non è possibile dire nulla. Ci sono algoritmi raffinatissimi per calcolare queste traiettorie che non sono stabili e hanno un grande margine di errore", ha spiegato al Quotidiano Nazionale Mauro Messerotti, fisico solare dell'Inaf a Trieste.

Per rendere l'idea del grado di incertezza, il professore ha ricordato che per un altro detrito spaziale si era parlato della Sicilia "ma poi i frammenti sono caduti nell'oceano Indiano". Secondo alcune proiezioni, però, anche l'Italia potrebbe potenzialmente rientrare nella traiettoria del razzo cinese: in base alla sua orbita, il rientro del detrito dovrebbe infatti avvenire in un punto compreso tra 41 gradi Nord di latitudine (il parallelo terrestre che passa all'altezza della Sardegna) e 41 gradi Sud, ma l'area per l'appunto verrà circoscritta con l'avvicinarsi dell'evento.

Il nucleo del razzo non brucerà completamente nell'atmosfera e si prevede che dei componenti raggiungeranno il suolo terrestre. "La regola generale è che il 20-40% della massa di un oggetto di grandi dimensioni raggiunge il suolo, ma il numero esatto dipende dal design dell'oggetto. In questo caso, ci aspetteremmo da cinque a nove tonnellate", ha specificato The Aerospace Corporation in un comunicato sul rientro del razzo. Di norma gli ingegneri aerospaziali prevedono un rientro controllato degli stadi dei razzi lanciatori, facendo precipitare eventuali detriti nel cosiddetto "Punto Nemo", una remota zona dell'Oceano Pacifico; in questo caso però non sarà così e questo aspetto non ha fatto altro che alimentare polemiche nei confronti della Cina. Lo stesso problema, infatti, si ripresenterà con il lancio del terzo modulo necessario per la costruzione della stazione spaziale cinese Tiangong.

"È chiaro che la Cina non sta rispettando gli standard di responsabilità per quanto riguarda i loro detriti spaziali.

È fondamentale che la Cina e tutte le nazioni che viaggiano nello spazio, come anche le entità commerciali, agiscano in modo responsabile e trasparente per garantire la sicurezza, la stabilità e la sostenibilità a lungo termine delle attività nello spazio", ha affermato al riguardo Bill Nelson, amministratore della Nasa. Pechino, tuttavia, respinge le accuse e difende la propria politica dei rientri fuori controllo, definendo i rischi "estremamente bassi".

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