Ferrero, revocati gli arresti domiciliari all'ex presidente della Sampdoria

Il processo avrà inizio il 21 settembre. L'inchiesta era partita dal fallimento di quattro società nel settore alberghiero, turistico e cinematografico. Il giudice del Riesame ha parlato di un "cerchio dei raggiri" preoccupante che ha portato a un "dissesto finanziario ed economico immane"

Ferrero, revocati gli arresti domiciliari all'ex presidente della Sampdoria

Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Paola (Cs), Alfredo Cosenza, ha revocato la misura cautelare degli arresti domiciliari a Massimo Ferrero, noto come “er Viperetta”, patron della Sampdoria, coinvolto assieme ad altre sette persone in una inchiesta penale per reati societari e bancarotta. Nella stessa udienza, terminata intorno alle ore 14 odierne, Ferrero è stato rinviato a giudizio, con la figlia Vanessa e un nipote, Giorgio. Sono otto, complessivamente, gli imputati che dovranno rispondere, a vario titolo, di reati societari e bancarotta, come ipotizzata dalla Procura della Repubblica di Paola, diretta da Pierpaolo Bruni.

Il processo avrà inizio il 21 settembre prossimo. Massimo Ferrero era stato arrestato a Milano lo scorso 21 dicembre dalla procura paolana. Dal carcere di San Vittore era stato trasferito ai domiciliari, a lui concessi perché settantenne, e dopo che il Riesame di Catanzaro aveva accolto la richiesta dei suoi difensori.

L'inchiesta della Guardia di Finanza, delegata dai Pm Pierpaolo Bruni, Rossana Esposito e Maria Francesca Cerchiara era partita dal fallimento di quattro società nel settore alberghiero, turistico e cinematografico con sede ad Acquappesa, sulla costa tirrenica cosentina.

Nel mirino degli inquirenti era finito un investimento che avrebbe portato al crack dell'azienda. Secondo l'accusa, Ferrero avrebbe dirottato fondi appartenenti ad una società che aveva sede nello studio di un commercialista cosentino, per sottrarli ai creditori. Il giudice del Riesame, adito dalla difesa, ha parlato di un “cerchio dei raggiri” preoccupante che ha portato a “dissesto finanziario ed economico immane” e che ha interessato un sistema di “scatole cinesi” riconducibili al patron della Samp Massimo Ferrero ed a suoi parenti diretti. Artifizi e raggiri consumati a danno dei crediti per svariati milioni di euro.

Assieme a Ferrero sono rimaste coinvolte nell’inchiesta altre otto persone: Vanessa Ferrero, 48 anni, figlia di Massimo; Giorgio Ferrero, 41, nipote di Ferrero; Giovanni Fanelli, 53 anni, di Potenza; Del Gatto Aiello, di Torre Annunziata, 55, residente ad Acquappesa; Roberto Coppolone, 55 anni, di Roma; Paolo Carini, 77, di Roma; Cesare Fazioli, 64, di Roma, Laura Sini, 56, di Roma.

Il collegio difensivo è rappresentato dagli avvocati Nicola Carratelli, Alessandro Diddi, Gianluca Tognozzi, Domenico De Rosa, Pietro Sommella e Barbara Esposito.

Ieri la Procura ha insistito sull'accoglimento della richiesta di rinvio a giudizio, mentre le difese hanno chiesto l’inutilizzabilità di tutte le intercettazioni telefoniche. Poco fa la decisione: tutti a giudizio. E revoca misura per Ferrero.

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