La Regione Friuli rimuove lo striscione che chiede ​la verità per Giulio Regeni

Nel 2016, Giulio, ricercatore universitario, venne ucciso in Egitto. La sua morte è ancora senza colpevoli.

La Regione Friuli rimuove lo striscione che chiede ​la verità per Giulio Regeni

Il tradizionale striscione a sfondo giallo di Amnesty International, con la scritta "Verità per Giulio Regeni" è stato rimosso dal palazzo della Regione Friuli Venezia Giulia. Al suo posto, gli addobbi per il calcio Uner 21.

In piazza Unità d'Italia di Trieste non sventola più il manifesto giallo intenso che intendeva richiamare l'attenzione sul caso Regeni, il ricercatore ucciso nel gennaio 2016 al Cairo, dove si trovava per fare un dottorato di ricerca. La Regione Friuli, infatti, ha deciso di rimuoverlo dal palazzo sul quale era stato esposto poco dopo la morte del giovane, dall'allora presidente della Regione, Debora Serracchiani, tra le fila del Partito Democratico. Ora, al posto dello striscione che grida alla verità, sono comparsi gli addobbi per il campionato di calcio europero Under 21, come riferito dal Corriere della Sera.

La scritta dedicata al ricercatore italiano ucciso in Egitto era già stata oggetto di polemiche in Friuli: quando era stato eletto sindaco, Roberto Di Piazza aveva tolto lo striscione esposto all'esterno del municipio. La stessa cosa era successa a Udine, dove il manifesto era stato tolto tempo fa dalla sede della Regione. Di recente, invece, la stessa sorte è toccata allo stiscione di palazzo comunale, anche lì sostituito dagli addobbi per il campionato europeo Under 21. Dopo le polemiche, però, il sindaco aveva deciso di appenderlo nuovamente.

I familiari chiedono ancora a gran voce la verità sulla morte di Giulio Regeni, che è ancora senza colpelvoli, anche a causa degli ostacoli seminati dalle autorità egiziane.

"La mia attenzione per non urtare le sensibilità non ha pagato, e ci si sente pertanto legittimati a imporre con atteggiamenti prevaricatori cosa deve o non deve fare la Regione". Per questi motivi comunico, il presidente della Regione Massimiliano Fedriga ha deciso di non esporre più lo striscione "né a Trieste né in altre sedi di Regione Friuli Venezia Giulia". "Malgrado non condivida la politica degli striscioni e dei braccialetti, non ho fatto rimuovere lo striscione per più di un anno per non portare nell'agone politico la morte di un ragazzo - scrive il governatore su Facebook -. Evidentemente questa sensibilità non appartiene a tutti e ad ogni occasione non si perde tempo per alimentare polemiche". Il governatore leghista ricorda, ad esempio, quando lo striscione è stato rimosso per qualche giorno su richiesta di una produzione cinematografica. Sempre in circostanze simili, altre polemiche sono state fomentate perché la riaffissione è avvenuta con poche ore di ritardo rispetto alla fine delle riprese stesse.

"Oggi arriva l'ennesima pretestuosa provocazione, in conseguenza della nostra decisione di addobbare il palazzo per gli europei under 21 che si tengono nella nostra regione - conclude - perfino la Uefa mi ha dovuto scrivere impaurita da sterili tormentoni che non fanno altro che strumentalizzare il dramma avvenuto".

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