"I divorziati risposati civilmente appartengono alla Chiesa. Hanno bisogno e hanno il diritto di essere accompagnati dai loro pastori". Il relatore generale del Sinodo, cardinale Peter Erdo, primate d’Ungheria e presidente dei vescovi europei, ha posto i divorziati risposati al centro della relatio che da oggi è alla base dei lavori sul tema delle sfide attuali alla pastorale familiare. Sfide che comprendono una pluralità di problematiche: dalla richiesta di riconoscimento delle coppie gay alla violenza in famiglia sulle donne e i minori.
Partendo dal grandissimo numero di risposte al questionario preparatorio dell'assemblea sinodale, Erdo ha affrontato un'emergenza che ha ormai raggiunto una dimensione globale: il calo dei matrimoni civili. In tutto il mondo c'è sempre più la tendenza a vivere insieme senza alcun matrimonio religioso o civile. "La fuga dalle istituzioni - ha spiegato il cardinale Erdo - si presenta come segno di individualizzazione, ma anche come sintomo di crisi di una società ormai appesantita di formalismi, obbligazioni e burocrazia. La fuga dalle istituzioni quindi come segno di povertà, di debolezza dell’individuo di fronte alla dilagante 'complicatezza' delle strutture. È in questo contesto che dobbiamo annunciare il Vangelo della famiglia, esito di questo Sinodo". Nella relatio il cardinale ungherese ha ricordato che iI divorziati risposati già oggi "sono invitati ad ascoltare la parola di Dio, a partecipare alla liturgia della Chiesa, alla preghiera e a compiere le opere buone della carità". Proprio per questo, "la pastorale della Chiesa deve prendersi cura di loro in un modo tutto particolare, tenendo presente la situazione di ciascuno. Da qui la necessità di avere almeno in ogni chiesa particolare un sacerdote, debitamente preparato, che possa previamente e gratuitamente consigliare le parti sulla validità del loro matrimonio". Un tema, quest’ultimo, già sollevato più volte da Benedetto XVI durante il Pontificato. E che anche papa Francesco sente vicino. Tanto da aver istituito nelle scorse settimane una Commissione di studio per la semplificazione dei processi di nullità matrimoniali che sta già lavorando in parallelo all’Assembela Straordinaria del Sinodo aperta ieri.
Secondo Erdo, "molti sposi non sono coscienti dei criteri di validità del matrimonio e tanto meno della possibilità dell’invalidità". E dunque, questo il suggerimento della relatio, "dopo il divorzio, questa verifica deve essere portata avanti, in un contesto di dialogo pastorale sulle cause del fallimento del matrimonio precedente, individuando eventuali capi di nullità".
"Allo stesso tempo, evitando ogni apparenza di un semplice espletamento burocratico ovvero di interessi economici - conclude Erdo - se tutto questo si svolgerà nella serietà e nella ricerca della verità, la dichiarazione di nullità produrrà una liberazione delle coscienze delle parti".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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