Renzi ko, Silvio c'è

Exit poll: centrodestra avanti con Musumeci, ma il grillino Cancelleri è a un passo. Maxi flop del Pd e del suo socio Alfano

Renzi ko, Silvio c'è

È dura. Stamattina sapremo se saranno confermati gli exit poll che danno il centrodestra conquistare la regione Sicilia davanti ai Cinquestelle di Beppe Grillo. Ma se questo risultato rispecchia l'umore nazionale significa che per vincere le prossime elezioni politiche nel centrodestra non possono essere ammessi distrazioni o capricci. Certo, a pensare com'era malconcia la coalizione guidata da Silvio Berlusconi soltanto pochi mesi, fa possiamo parlare di un miracolo che lo porta a sfiorare la fatidica soglia del 40 per cento ritenuta «magica» in chiave di governo nazionale.

Ma comunque in serata un dato è già chiaro: Renzi è il vero sconfitto di questa tornata e neppure se fosse stata unita la sinistra sarebbe stata in grado di competere. Il candidato resta sotto il 20, il Pd attorno al 10, lo stesso risultato dello «scissionista» Claudio Fava. Ed è la terza, cocente sconfitta consecutiva di Renzi, a cui a nulla è servito mantenere l'insana alleanza con Angelino Alfano che, in casa sua, ha racimolato solo una manciata di voti, prova del nove dell'inutilità di questa compagnia. Come si dice, tre indizi fanno una prova, che in questo caso è l'ineluttabile tramonto dell'ex fenomeno toscano.

Beppe Grillo e i suoi avevano investito tanto, direi tutto, su queste elezioni e non ce l'avrebbero fatta. Oggi troveranno mille scuse e spiegazioni, ma la botta sarebbe di quelle che lasciano il segno: prima sconfitta cocente dell'era del professorino Di Maio. Ma sottovalutare il consenso ottenuto, oltre il 30 per cento, sarebbe comunque un grave errore. E se oggi non governano la Sicilia bisognerà dire grazie a Berlusconi che, a differenza di Renzi, su queste elezioni ci ha messo la faccia e ha saputo con pazienza tenere insieme una coalizione che, soprattutto in quella Regione, si è presentata assai litigiosa al suo interno.

Se la Sicilia c'è, e se ci saranno come appare molto probabile Lombardia e Veneto, il centrodestra può davvero sperare di arrivare unito al governo

del Paese senza bisogno di ricorrere al «piano B», cioè un accordo con Renzi o con il ruotino di scorta Alfano. Ma attenzione, come capita nelle migliori famiglie, l'imprevisto può arrivare solo dentro le mura domestiche.

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