La retorica del "tutti gay" sbugiardata dal killer gay

La sinistra incolpa l'omofobia dell'Occidente. Ma il killer omosex smonta questa tesi ideologica che assolve l'islam

La retorica del "tutti gay" sbugiardata dal killer gay

L'Unità ha dedicato questo titolo cubitale alla infame strage di Orlando: «Siamo tutti gay». Anche l'assassino, a quanto pare.

E così l'operazione perfettamente ideologica di deviare la questione dal terrorismo islamico all'omofobia come movente dello sterminio, è naufragata. L'idea, neanche tanto nascosta, era di dirigere i sentimenti della gente contro tutti coloro che non hanno gradito la legge Cirinnà. E possono accettare di sentirsi tutti berlinesi, tutti americani, ma omo non ci riescono proprio, perché è qualcosa che attiene non al luogo di residenza o al passaporto, ma alla propria più profonda identità.

Ad incremento della tesi del quotidiano ufficiale del renzismo, quello ufficioso, cioè Repubblica, ha spiegato «perché le religioni odiano gli omosessuali». Come dire: è un puro caso che a sparare nel club gay-friendly sia stato un musulmano, poteva essere benissimo uno dell'Azione cattolica (Michela Marzano, filosofa parigina e deputata italiana). Ragionando come la professoressa Marzano, il genocidio che gli islamici del Califfato stanno perpetrando contro i cattolici di Mosul potrebbe essere allora definito come un «regolamento di conti tra omofobi».

Questa deformazione della realtà è insopportabile. Significa gettare i morti tra i piedi degli avversari politici per assecondare le proprie ossessioni cristofobiche.

Alcuni punti, per me fermi, per gli altri non so.

1) A differenza del Corano, che non lascia spazio ad alcuna misericordia verso tendenze e pratiche omosessuali, le Chiese cristiane hanno sostenuto e stanno, nei fatti e a proprio rischio, difendendo nei Paesi maomettani il diritto alla vita e alla libertà delle persone musulmane o no LGBT (sigla che sta per gay, lesbiche, bisessuali, transessuali), anche dove cattolici, ortodossi e armeni sono essi stessi perseguitati. Ci sono comunità e famiglie in Siria, Irak ed Egitto, che stanno ancora adesso custodendo omo sex dalla vendetta islamica. Non posso per ovvie ragioni di sicurezza rivelare chi dove e come questa tutela è all'opera. Capitò allo stesso modo durante il nazifascismo nei conventi dove trovarono ospitalità migliaia di ebrei. A quel tempo, nella liturgia, erano ancora definiti «perfidi giudei», ma l'amore operoso ha anticipato le correzioni alle formule del venerdì santo volute da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

2) La Chiesa cattolica ha elaborato, con fatica, ma inesorabilmente, facendo i conti con la modernità e con il Vangelo, ed estraendola dalla sua propria concreta esperienza sul campo, una dottrina limpida sulle libertà personali. Le «persone omosessuali», così si espressero Giovanni Paolo II e il cardinal Ratzinger nel primo importante documento sul tema, 1986, non sono viste come inferiori in nessun caso, esse vanno accolte in quanto tali, sono una ricchezza. Sono in tutto degne di «cura pastorale». Un omosessuale non è una persona sbagliata in sé, anche se il proprio orientamento sessuale, che non è una colpa né esito di una colpa, suscita desideri che non corrispondono all'ordine della natura, dove la differenza sessuale è in funzione della procreazione. Scrisse Ratzinger, e Wojtyla sottoscrisse: «Scegliere un'attività sessuale con una persona dello stesso sesso equivale ad annullare il ricco simbolismo e il significato, per non parlare dei fini, del disegno del Creatore a riguardo della realtà sessuale». Perciò i signori e le signore LGBT sono chiamati alla rinuncia ad esercitare in atti la propria tendenza: ma questo vale per qualunque battezzato che non sia sposato, allo stesso modo. Fuori dal matrimonio sacramentale tutti gli atti sessuali sono disordinati. Sono cioè peccato. Tra essi ce ne sono alcuni che coincidono con reati: violenza, sesso con minori, pedofilia, pedopornografia. Ma di essi sono passibili allo stesso modo gli appartenenti alla razza umana in quanto tale. E nessuno ha mai insegnato a sparare a chi pecca: non ne resterebbe vivo uno della nostra specie. Quando gli ideologi e gli attivisti LGBT affermano che il Vaticano li «perseguita» o li «discrimina» non sanno quello che dicono.

3) Il clamore degli spari di Orlando ha reso ancora più assordante il silenzio del mondo gay occidentale sulle persecuzioni delle persone LGBT nel resto del pianeta. O forse gli omosessuali pensavano che per ingraziarsi il mondo musulmano bastasse escludere i gay israeliani dai gay pride?

4) È assai probabile che i gay d'America voteranno in massa per Trump. L'incapacità di comprendere la natura dell'islamismo, nemico di qualsiasi libertà individuale, a differenza del tollerante cristianesimo, ha consentito infatti di far arrivare il nemico sul pianerottolo di casa. Non è più alle porte, ma al bar.

Il mondo LGBT americano ha compreso che la questione non è più puntare su nuovi diritti, ma difendere strenuamente quelli conquistati. E la maggioranza ritiene - a torto o a ragione - la propria vita meglio tutelata da Trump, con grande scorno di Scalfarotto.

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