Montanari rincara la dose: "Il giorno del Ricordo? Non come la Shoah"

Lo storico dell'arte non fa un passo indietro ed anzi affonda ancora, scagliandosi contro i nemici "fascisti", colpevoli di aver osato chiedere le sue dimissioni

Montanari rincara la dose: "Il giorno del Ricordo? Non come la Shoah"

Prima ha sputato veleno sulla giornata ricordo delle Foibe, parlando di "falsificazione storica" poi, dopo la reazione del mondo politico, ha tentato invano di correggere il tiro accusando i propri detrattori di aver distorto le sue parole fino addirittura ad inventarsi tutto. Troppo tardi per porre rimedio, ragion per cui il protagonista di questa incresciosa vicenda, vale a dire lo storico dell’arte e rettore dell’università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari, decide di affidare alle pagine de La Stampa un'ulteriore precisazione circa la propria posizione sulla vicenda Foibe.

"La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica", aveva infatti dichiarato senza giri di parole Montanari. Termini chiaramente poco equivocabili, che avevano scatenato le reazioni di numerosi politici, tra cui Federico Mollicone, Susanna Ceccardi e Matteo Salvini.

"La destra italiana sta equivocando, ci sta marciando, sta inventando tutto. Per fortuna c'è un testo pubblicato. Nessuno nega le foibe, ma è l'uso strumentale, politico che la destra neofascista fa delle foibe che contesto", aveva poi cercato di precisare il rettore dell’università per Stranieri. "La destra sta ingigantendo le foibe da un punto di vista storico, numerico e soprattutto cerca di equipararla alla Shoah, dopo aver ottenuto una Giornata del Ricordo messa in calendario. La falsificazione storica è aver creato quella giornata in contrapposizione alla Giornata della Shoah. Questa è la falsificazione, l'equiparazione dei due tragici eventi", aveva poi aggiunto Montanari.

L'intervista a La Stampa

L'ossessione per i fascisti e per la mistificazione della storia ritorna, tuttavia, con altrettanta forza anche nel corso dell'intervista concessa a La Stampa. Nessun passo indietro, anzi: la vittima pare proprio Montanari, sotto attacco dei nemici fascisti che evidentemente solo lui riesce a vedere in ogni dove. "Siamo di fronte a una grande campagna di diffamazione che falsifica le cose come al solito, quando si ha a che fare con i fascisti. Nessuna negazione delle foibe, ma una critica molto radicale al Giorno del ricordo per come è stato concepito", affonda ancora lo storico dell'arte, che riesce addirittura a vedersi come una povera vittima:"Sono stato linciato e nessuna istituzione ha difeso l'autonomia dell'università", lamenta Montanari, che ancora una volta torna a vaneggiare sui suoi acerrimi nemici. "È tipico dei neofascisti italiani cambiare le carte in tavola e alterare la verità storica. Sto seriamente pensando di chiedere i danni a tutti coloro che mi definiscono negazionista, sfidandoli a trovare un luogo in cui abbia negato l'esistenza delle foibe". Da carnefice a vittima il passo è breve, basta giocare la carta fascisti per rovesciare, ovviamente dal suo personalissimo punto di vista, il ruolo ricoperto nella vicenda.

Perché critica il giorno del ricordo? Incalza il giornalista."La legge che lo istituisce è stata concepita per parificarlo alla memoria della Shoah", un aspetto che Montanari non può proprio tollerare. "La falsificazione è sostenere che le foibe sono uguali all'Olocausto. Questo è il progetto che mi pare stia a cuore ai neofascisti e alle destre italiane. Lo dimostra un ddl che vorrebbe equiparare, anche sul piano penale, la negazione delle foibe con la negazione della Shoah".

Il cronista ricorda al rettore dell’università per Stranieri le parole di Mattarella, che aveva definito le Foibe "un orrore che colpisce le nostre coscienze". "Naturalmente le foibe furono una tragedia", replica Montanari, il quale tuttavia immediatamente ridimensiona il peso dell'evento, collocandolo tra le conseguenze del secondo conflitto mondiale, "come lo furono i bombardamenti americani sulle città italiane e le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. La guerra è fatta di terribili atrocità". Niente da fare, ciò che è accaduto alla Foibe è stato troppo gonfiato, secondo lo storico dell'arte:"La maggioranza degli storici ha dimostrato però come i numeri delle foibe siano incomparabili rispetto a quelli citati dalla destra italiana. Non ci sono milioni di infoibati, probabilmente i morti furono circa cinquemila, tra i quali molti erano fascisti e nazisti, altri erano innocenti. Non pretendo che tutti condividano", prosegue Montanari, anche se dai toni della polemica ciò non traspare proprio, "ma chiedere le mie dimissioni da rettore a me pare una cosa molto grave, peraltro io entrerò in carica a ottobre. È nel ventennio fascista che la politica rimuoveva i rettori".

Nessuna intenzione, quindi, di fare un passo indietro dopo la gravità delle sue affermazioni ed il ruolo accademico ricoperto, anzi. "La retorica del Giorno del ricordo, si inserisce in un quadro di revisionismo di Stato.

Ha ragione Edith Bruck: c'è troppa tolleranza verso i fascisti. Io non mi dimetterò e da rettore coltiverò i valori dell'antifascismo in modo militante: dobbiamo ricominciare a dare ai ragazzi lezioni di antifascismo", conclude Montanari.

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