Una dipendente, piuttosto di non perdere il lavoro che serviva a crescere il figlio, ha sopportato per oltre un anno le pesanti violenze psicologiche e sessuali a cui la sottoponeva il suo datore di lavoro.
Gli abusi alla donna romana sono iniziati alla fine del 2014, poco tempo dopo aver cominciato un nuovo lavoro in un esercizio commerciale nella periferia est della Capitale. Il titolare dell'impresa face in modo di arrivare prima degli altri dipendenti per porre domande erotiche sulla vita sessuale della donna.
Nonostante la chiusura della donna, l'uomo ha continuato, chiedendo esplicitamente alla dipendente di aiutarlo in pratiche estreme di autoerotismo. Al rifiuto della donna, il datore compiva da solo la pratica sessuale, facendo in modo che questa, spesso nella stanza accanto, sentisse cosa stesse facendo.
Un mese fa però l'escalation della perversione dell'uomo, un 72enne, ha avuto fine.
Dalla violenza psicologica è passata a quella sessuale e fisica: indispettito dall'ennesimo rifiuto della dipendente alla sodomizzazione, ha chiuso la donna in uno stanzino e, quando la donna si è messa ad urlare, l'ha colpita al petto con un mattarello minacciando di uccidere lei e suo figlio. La donna, subito dopo essere uscita dal magazzino dove era stata rinchiusa, si è rivolta alla polizia che, svolte le indagini, ha arrestato l'imprenditore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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