"Migranti intercettati a Trieste": scatta l'allerta al confine

Molti segnali indicano un aumento degli arrivi in Italia dei migranti tramite la rotta balcanica: nelle scorse ore la polizia di frontiera ha rintracciato 160 migranti nel Carso giuliano

"Migranti intercettati a Trieste": scatta l'allerta al confine

In Italia non è soltanto la rotta passante per il mar Mediterraneo a far preoccupare. Da tempo oramai i migranti arrivano anche via terra. Lo dimostra anche la notizia giunta da Trieste nelle scorse ore: 160 persone sono entrate irregolarmente in Italia dai confini con la Slovenia.

Si tratta dei migranti che risalgono la cosiddetta “rotta balcanica”, la tratta cioè che dalla Turchia porta centinaia di persone ad attraversare i Paesi dei Balcani prima di giungere in Italia oppure proseguire per il nord Europa. A rintracciare gli ultimi 160 migranti, come rivelato dalle agenzie, è stata la polizia di frontiera di Trieste. Gli agenti, in particolare, hanno scoperto il transito irregolare di questo gruppo di persone nella zona del Carso giuliano.

Tra Trebiciano e Basovizza sono scattati quindi subito i controlli, anche perché il timore è che altri migranti possano essersi infiltrati in territorio italiano per raggiungere le zone del goriziano. Oltre alle operazioni di perlustrazione della zona, sono scattate anche le procedure di accoglienza. Sono le stesse viste quotidianamente a Lampedusa o in Sicilia, soltanto che non ci sono qui navi o imbarcazioni da cui far scendere i migranti.

Anche qui infatti si procede al fotosegnalamento e al riconoscimento prima di spostare i migranti nei centri della zona predisposti all'accoglienza. In queste strutture poi le persone rintracciate vengono sottoposte al tampone e isolate per 15 giorni al fine di far rispettare il periodo di quarantena.

Secondo le indicazioni della polizia di Trieste, i 160 migranti rintracciati sul Carso sono di nazionalità pachistana, afghana e bengalese. Si tratta quindi di soggetti che probabilmente sono arrivati in medio oriente prima di iniziare il lungo cammino attraversando la penisola balcanica. Nel gruppo scoperto nelle scorse ore ci sarebbero anche donne e bambini.

Le reazioni

La rotta balcanica negli ultimi mesi sta destando sempre più allarme. La tratta ha conosciuto il momento di massima attenzione tra il 2015 e il 2016, quando più di mezzo milione di migranti è risalito lungo i Balcani per approdare in nord Europa. Poi l'Ue, su spinta della Germania, ha pagato la Turchia per chiudere i confini.

Ma la rotta è sempre rimasta in vita, pur se con numeri ridotti. Tra il 2020 e il 2021 qualcosa è nuovamente cambiato. In migliaia questo inverno sono stati bloccati dalla Croazia, Paese di primo approdo in Ue per chi transita dai Balcani attraverso la Bosnia. Segno di come il flusso migratorio sia in fase di netta ripresa. L'aumento di ingressi irregolari anche lungo il nostro confine con la Slovenia è un ulteriore elemento che dimostra l'importanza assunta ancora una volta dalla rotta migratoria terrestre.

Non è un caso che dopo la scoperta dei 160 migranti entrati dal Carso, si è mossa anche la politica.

Il primo a intervenire è stato il segretario della Lega Matteo Salvini: “Non solo Lampedusa: a Trieste sono stati intercettati 160 immigrati in arrivo dalla rotta balcanica – ha dichiarato il leader del carroccio – entrati a piedi nel nostro Paese dopo essere partiti da Bangladesh e Pakistan. Quanti Stati hanno attraversato? L'Italia non può essere il campo profughi d'Europa. Siamo sicuri che il Presidente Draghi saprà intervenire”.

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