Nelle strutture ospedaliere non ci sono solo medici e infermieri, sono tante le figure professionali che lavorano dietro le quinte dell’emergenza sanitaria. I tecnici di radiologia (Tsrm), 28mila in tutta Italia, sono una di queste. Ecco perché Carmela Galdieri, tecnica radiologa da sedici anni e presidente della Commissione di albo nazionale dei Tsrm, è amareggiata, molto amareggiata. Carmela rivendica gli sforzi fatti da lei e dai colleghi in questi mesi difficili, chiede dignità e rispetto. Avete mai letto dell’eroismo dei tecnici di radiologia sui giornali? Avete mai sentito qualche politico spendere pubblicamente parole per loro? E adesso il governo li ha persino esclusi dalle indennità previste per medici e infermieri (sic!) nella bozza della manovra economica 2021.
Dottoressa Galdieri, si parla davvero poco della sua categoria professionale, eppure il ruolo che avete giocato in questi mesi non è certo marginale…
"No, assolutamente, purtroppo nel linguaggio comune si tende a parlare genericamente di medici e infermieri, ma non sono gli unici a rischiare ogni giorno. Sarebbe giusto iniziare a riconoscere l’impegno ed i sacrifici anche delle altre figure professionali."
Voi vi definite "gli occhi della pandemia", ci spiega perché?
"Perché il tecnico di radiologia è colui che acquisisce le immagini tramite tac e radiografie prima ancora che il medico le referti. In poche parole siamo i primi a vedere gli effetti del virus sui polmoni dei pazienti."
Si ricorda che effetto le hanno fatto le immagini del suo primo caso Covid?
"Sono rimasta senza fiato, era un paziente con un quadro clinico davvero grave. Le immagini erano così "sporche" che ho pensato: ma questa persona come fa a respirare? Sono scene che difficilmente ti levi dalla testa. Per chi conosce l’anatomia umana, vedere una cosa del genere fa parecchia impressione, e allora ti chiedi: se dovesse succedere a me?"
Siete esposti tanto quanto i medici e gli infermieri?
"Certo che sì, abbiamo quotidianamente contatti diretti con i pazienti. Ci muoviamo nelle terapie intensive e nei reparti Covid, così come nelle Rsa e nelle case di cura o a casa dei malati. Siamo costretti a lavorare bardati come astronauti per proteggerci dal virus, ma non sempre ci riusciamo... e così anche noi piangiamo i nostri morti. Pensi che il primo operatore sanitario morto per coronavirus in Piemonte è stato proprio un tecnico di radiologia. Però ci tengo a fare una precisazione…"
Ovvero?
"Questa non vuole essere una gara a chi ha subito il maggior numero di perdite, né vogliamo competere con il lavoro di nessuno, chiediamo solo di uscire dalla condizione di invisibilità in cui ci hanno relegato."
A proposito, quali aiuti sono arrivati sinora dal governo?
"Nessuno."
E adesso anche nella manovra si sono dimenticati di voi…
"Esattamente, dopo mesi di malumori questo è stato il colpo di grazia. Gli articoli 73 e 74 della legge di bilancio prevedono riconoscimenti economici solo a medici e infermieri. Un torto fatto non solo a noi, ma anche ad altre categorie professionali, penso ai tecnici di laboratorio, ai fisioterapisti, ai logopedisti e via dicendo. Il sistema sanitario si è retto grazie al lavoro di squadra, eppure al governo sembra non se ne siano accorti."
È amareggiata?
"Molto, amareggiata e disorientata. Siamo tutti allo stremo delle forze e non vogliamo fare la guerra a nessuno, però ci facciamo delle domande: che differenza c’è tra un medico che lavora in una terapia intensiva e un tecnico di radiologia che va in terapia intensiva a fare le radiografie ai pazienti? Nel momento in cui si è parte di una equipe, perché il mio lavoro deve essere considerato meno di quello di un altro?"
Che spiegazioni si dà?
"Non me lo spiego. Quando succedono cose del genere si cade nello sconforto e nella tristezza e basta. Vede, che nell’immaginario collettivo esistano solo medici e infermieri è anche comprensibile.
Ciò che è grave e ingiustificabile, invece, è che il governo, nonostante i tanti tecnici ed esperti di cui si circonda, non conosca l’esistenza delle figure che sostengono il servizio sanitario. Significa che c’è qualcosa che non va..."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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