Si vota, finalmente; non fosse altro per tornare a parlare di politica. Le elezioni hanno un peso. È il consenso reale. Non è un sondaggio, una proiezione, un discorso più o meno virtuale sul sentimento degli italiani. È il momento in cui si decide chi governa e chi fa opposizione, in questo caso nelle metropoli, nelle città, in una regione, la Calabria, e in paesi di ogni grandezza. Ma quale è il peso specifico di queste elezioni amministrative sulla politica italiana? C'è chi spera che il voto cambi gli equilibri nella maggioranza di governo. È l'idea di mettere il cappello sulla figura di Draghi. Lo sposti di qua o di là, un po' più a destra o un po' più a sinistra. Al momento sembra davvero un'illusione. Il risultato di Roma o di Milano non tocca Draghi. Non influenza le sue politiche. Non apre crisi e non lascia spazio a rivendicazioni. Draghi è a Palazzo Chigi per portare l'Italia fuori dalla pandemia e gestire la ripartenza. È il capo di un governo nato da una situazione eccezionale. È sostenuto da una maggioranza anomala, che ancora fatica a riconoscersi. Non si è arrivati al liberi tutti. L'emergenza non è passata. Non saranno queste elezioni a segnare la fine di una stagione.
Questo voto ha comunque un peso. Non per un governo, ma per i singoli partiti e le possibili coalizioni. Renderà più chiari gli equilibri interni. Dirà cosa vogliono o possono fare da grandi, perché questo è ancora tutto da capire. Queste elezioni saranno un momento di consapevolezza per tutti o, perlomeno, si spera. Si capirà qualcosa sul Pd di Enrico Letta, sulle alleanze del partito di Conte, su quanto i Cinque Stelle sono disposti a seguirlo, sulla leadership di Salvini all'interno della Lega, sulla resistenza di Forza Italia e sul suo potere di aggregazione, su come potrebbe essere il futuro della Meloni, sulla sostanza del centro immaginato da Renzi e perfino sull'ipotetico partito di Draghi (senza Draghi). Non saranno risposte definitive, ma indizi e aprono comunque un periodo di fibrillazioni e riposizionamenti in vista della giostra del Quirinale.
Chi sarà il nuovo presidente della Repubblica? Ecco, è questo lo snodo centrale che per forza di cose avrà conseguenze concrete sul futuro del governo. Draghi continua a dire che non sono affari che lo riguardano.
È chiaramente una dissimulazione. Lo sa benissimo anche lui che gli scenari futuri ruotano intorno a questo. La variabile Draghi è il fulcro delle mosse di tutti e non è vero che la risposta non dipende da lui. Draghi, un po', in questa storia c'entra.
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