Una prigione lunga nemmeno otto metri e larga due in cui "abitare" per più di un anno: il cardinale George Pell viene da un'esperienza che è unicum nella storia della Chiesa, ma poco fa è stato ricevuto da papa Francesco, dopo un percorso giudiziario durato più di mille giorni.
Tornato a Roma, dove ha dimora, dopo il definitivo scagionamento dalle accuse per abusi, il porporato australiano - come riportato dall'Adnkronos - si è recato in Vaticano, il luogo sacro in cui ha avuto modo di incontrare papa Francesco in udienza. Pell è stato l'uomo che l'ex arcivescovo di Buenos Aires aveva scelto per la Segreteria per l'Economia, un ente che lo stesso Bergoglio ha creato per coordinare la "battaglia" per la trasparenza delle finanze in Santa Sede. Adesso sulla sedia di prefetto siede un padre gesuita, che non diventerà neppure vescovo. Un ulteriore segno di come il vertice universale dell'Ecclesia stia lavorando per un cambiamento dei meccanismi e delle logiche curiali.
Il cardinale George Pell, dopo tutti i gradi di giudizio che si sono svolti nel suo paese d'origine, può dirsi innocente, così come si era dichiarato sin dall'inzio della fase processuale. Qualche giorno fa il porporato australiano ha plaudito ad una precisa scelta del pontefice argentino: quella di allontanare il cardinale Angelo Becciu. Forse non è un caso. I cosiddetti tradizionalisti pensano che Becciu e Pell abbiano avuto contrasti durante le prime fasi di questo pontificato. E in realtà c'è più di qualche evidenza giornalistica sulla reale sussistenza di questi contrasti. Pell è considerato un "ratzingeriano", un cardinale conservatore in grado di simboleggiare la piena continuità tra Benedetto XVI e Francesco, mentre Becciu è spesso stato definito un "bergogliano", che poi sotto Bergoglio può per lo più voler dire "papista", ma tant'è. Ma non è tutto.
Un articolo apparso su Il Corriere della Sera ha almeno ventilato l'ipotesi che proprio dalla Santa Sede siano partiti 700mila euro a mezzo bonifico in favore di coloro che avevano sollevato accuse nei confronti del cardinale australiano. Si vedrà, in caso, attraverso un processo, che tuttavia per ora non sembra essere previsto. Il cardinal Becciu continua nel contempo continua a respingere ogni accusa mossa nei suoi confronti.
Non si conoscono i contenuti del colloquio di questa mattina. Sappiamo, però, che Bergoglio ha preferito non inserire Pell tra i cardinali che fanno parte della commissione deputata ad occuparsi di "materie riservate". Il "fronte conservatore", nel frattempo, continua a confidare nel fatto che il ritorno di Pell tra le mura leonine possa significare qualcosa in termini di svolta per questo pontificato. In questa fase, Francesco sta mettendo in campo una serie di mosse: la creazione di una commissione, appunto, ma anche il rimescolamento delle carte in tavola, con l'esclusione del cardinale e segretario di Stato Pietro Parolin da un'altra commisione, ossia quella che si occupa di svolgere una funzione di controllo sullo Ior.
Vedremo se, nel corso delle prossime ore, il Papa deciderà di affidare qualche compito di peso a Pell, ora che una riablitazione effettiva è avvenute "grazie" alla sentenza definitiva.
La sensazione è che la "destra ecclesiastica" spinga per questa soluzione. Ma è anche possibile che il cardinale australiano non occupi più ruoli di rilievo tra gli organi della Santa Sede. Dipende, com'è ovvio che sia, dalle considerazioni e dalle scelte del Papa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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