"Il centro d'accoglienza deve chiudere". CasaPound occupa l'assessorato a Roma

Si è svolta, oggi a Roma, l’occupazione simbolica del Dipartimento delle Politiche Sociali da parte di una delegazione di CasaPound intervenuta per scongiurare l'ipotesi di una nuova proroga, la quarta dal 2015, della chiusura del centro di accoglienza per migranti transitanti gestito dalla Croce Rossa in via del Frantoio

"Il centro d'accoglienza deve chiudere". CasaPound occupa l'assessorato a Roma

Si è svolta, oggi a Roma, l’occupazione simbolica del Dipartimento delle Politiche Sociali da parte di una delegazione di CasaPound Italia. Il motivo del blitz è presto detto: “Basta proroghe per il centro di accoglienza del Tiburtino III, stavolta deve chiudere”.

Alla testa del gruppetto di attivisti c’era Mauro Antonini, responsabile politico del Lazio per il movimento della tartaruga frecciata. “Siamo entrati negli uffici del dipartimento perché stamattina l’assessore alle Politiche Sociali, Laura Baldassarre, ha convocato i responsabili del centro d’accoglienza di via del Frantoio gestito dalla Croce Rossa”, ha spiegato.

Il centro in questione è un unicum sul territorio romano, nato ad ottobre 2015 per ospitare i migranti che attendono il ricollocamento europeo, dovrebbe chiudere il prossimo 30 giugno. La convenzione tra Comune di Roma e Croce Rossa è infatti agli sgoccioli. E l’incontro odierno con la Baldassarre era stato annunciato da Giorgio De Acutis, coordinatore del progetto per la Cri, con l’augurio che “questa esperienza di accoglienza non si interrompa”.

Di tenore decisamente diverso l’auspicio del movimento con sede a via Napoleone III che, al grido di “il centro deve chiudere”, ha inscenato l’occupazione simbolica dell’ufficio dell’assessore capitolino proprio per scongiurare ripensamenti dell’ultim’ora e “chiedere agli amministratori risposte certe sulla chiusura del centro”. “Non possiamo fidarci – ha denunciato Antonini riferendosi alla Baldassarre – di chi ha continuato a concedere proroghe”. La struttura, infatti, avrebbe già dovuto chiudere mesi fa ma, ogni volta, è stata “salvata” in extremis da provvedimenti ad hoc. Inoltre, a sentire la versione di Cp, il centro di via del Frantoio non sarebbe quell’esempio virtuoso di accoglienza ed integrazione dipinto da De Acutis. “La struttura – prosegue Antonini – è illegale, ospita immigrati in sovrannumero ed ha un enorme impatto negativo sul quartiere”.

La protesta,

iniziata intorno a mezzogiorno di oggi, si è conclusa pacificamente dopo qualche ora. Niente è stato deciso, e l’incontro è stato posticipato ai prossimi giorni. Stavolta, al tavolo, saranno presenti anche gli esponenti di Cp.

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