"Con riferimento all'articolo "Roma, escort e ricatti. Nella trappola di 2 gigolò anche un autore RAI", pubblicato il 17 maggio 2015, ove veniva riportato che l'assistente capo della Polizia di Stato Simone Caiazzo faceva parte di una squadra di ricattatori (indicati quali Sigg.ri Andrea Santoni, Gianluca Deiana ed Aneta Wlodarczyk) il cui ruolo sarebbe stato quello verificare lo situazione patrimoniale delle vittime in cambio di qualche serata con l'Aneta, si desidera rettificare quanto precedentemente pubblicato precisando che il Sig. Simone Caiazzo non ha mai fatto parte di alcuna squadra, non ha mai verificato la situazione patrimoniale di nessuno e non conosceva i Sigg,ri Santoni e Deiana, così come affermato nell'ordinanza del GIP del 20 febbraio 2015 e, inoltre, il Sig. Caiazzo non ha mai fatto nulla in cambio di "qualche serata" con Aneta".
Il ricatto costava tra i 20 e i 40mila. È il prezzo chiesto da due gigolò ai clienti, incastrati attraverso i filmati girati durante i rapporti essuali, avvenuti anche nel corso di festini in hotel di lusso. Nella loro trappola sarebbero finiti un autore televisivo della Rai, una colombiana, un libero professionista e un giovane brasiliano, secondo quanto raccontato dal Corriere.it.
Le serate venivano organizzate da Andrea Santoni e da Gianluca Deiana, impiegato Atac, che per il lavoro “sporco” si sarebbero avvalsi in alcune occasioni di Eva (il suo vero nome è Aneta Wlodarczyk), una escort ungherese. Della squadra avrebbe fatto parte anche un assistente capo della polizia, Simone Caiazzo, che avrebbe accettato di fare ricerche sullo stato patrimoniale delle vittime in cambio di qualche serata con Eva.
Due sono i filoni dell'inchiesta. Il primo si occupa dei ricatti subiti dalle vittime, dove sono imputati solo i due gigolò, accusati di estorsione, violenza privata e violenza sessuale. L'altro potere esercitato per incastrare i clienti dove svolgevano un ruolo decisivo la escort e il poliziotto, indagati insieme con i due gigolò dopo la chiusura inchiesta della procura.
Tutto sarebbe iniziato nel giugno del 2013 da un'idea di Santoni. La vittima numero uno è l’autore Rai.
Il sistema sempre lo stesso. I clienti vengono adescati su “bakeka incontri”, il sito utilizzato anche dalle baby-escort dei Parioli. L’uomo, 50 anni, dopo diversi incontri con Eva e i due gigolo, in cui spende tra i 200 e 2000mila euro a volta viene immortalato in un filmino, e ricattato. La coppia gli chiede 40mila euro in cambio del silenzio. Il 50enne non ci sta e denuncia l’estorsione. Dalle indagini emergono altre tre vittime, alcune riprese in rapporti con cinque persone avvenuti in alberghi di lusso.
La coppia di gigolò prende poi a tiro un libero professionista e in questo caso entra in azione anche il poliziotto. Per verificare quanto possa fruttare è però necessaria un'indagine patrimoniale. Caiazzo le avrebbe svolte in cambio di qualche serata con Eva. Dopo aver accertato che l’uomo ha disponibilità economiche interessanti, iniziano le richieste. i due gli fanno anche credere di aver avuto un rapporto a tre anche con un minorenne. L’uomo, dietro la minaccia di vedere il video finire nelle mani della moglie, paga una parte della somma richiesta che ammonta a 20mila euro.
La coppia, secondo le accuse, avrebbe anche commesso una rapina ai danni di un laureando che, al termine di un rapporto a tre, viene prima stordito con un sonnifero e poi spogliato del Rolex, di soldi e del bancomat.
Sarebbe finita nella rete dei due anche una donna, una giovane colombiana che spera in un finanziamento di 50mila euro. In questo caso però nessun ricatto a sfondo sessuale, perché la coppia organizza una classica truffa.
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