"Peggio di Trump. Virginia Raggi ha meno umanità del presidente degli Stati Uniti e insieme al capo della polizia di Roma Antonio Di Maggio stanno compiendo un abuso di Stato". Massimo Zuinisi, legale rappresentante dell'associazione Nazione rom, ha attaccato duramente il sindaco di Roma durante la manifestazione indetta sotto al Campidoglio per protestare contro gli sgomberi avvenuti ieri al Camping River, il primo campo nomadi della Capitale che dovrebbe chiudere definitivamente entro giugno.
Camping River, la versione della Raggi
Il sindaco Raggi, su Facebook, si era espressa così sul Camping: “Si tratta di un luogo, come tutti i campi rom, egemonizzato da ghettizzazione e illegalità. Realtà di questo genere non devono e non possono più esistere: rappresentano una negazione dei diritti per chi le abita e generano danni per i cittadini che vivono nelle zone limitrofe”. Il primo cittadino ha ricordato di aver garantito ai rom varie alternative quali: “estensione da due a tre anni della durata delle misure di sostegno, possibilità di pagamento diretto del canone di locazione ai proprietari da parte della Pubblica amministrazione, ospitalità in famiglia presso terzi privati, attività di autorecupero, contributi per il rientro volontario assistito nel Paese d'origine, facilitazioni per l'iscrizione anagrafica dei cittadini comunitari”. "Tuttavia, la maggior parte di coloro che abitano presso il Camping River ha rifiutato le proposte, scegliendo di restare abusivamente presso l'area e di occupare senza titolo i moduli abitativi di proprietà comunale, forse nella speranza che anche stavolta l'Amministrazione avrebbe stabilito l'ennesima proroga e che tutto sarebbe rimasto sempre immutato e immutabile. Ora non ci sono più alternative: bisogna liberare l'area”, scrive con tono perentorio la Raggi che ricorda come il 15 giugno fosse l’ultimo giorno disponibile per liberare quei moduli abitativi. Ma Zuinisi, oggi, ribatte spiegando che: "Tutti i rom del campo hanno diffidato la sindaca perché nella delibera 70 c'è scritto che ogni famiglia deve ricevere il piano individuale. Non c'è nessun piano scritto, nessuno ha ricevuto nulla, ci sono solo sgomberi e la volontà di dividere le famiglie. Anche Trump ha capito che i bambini messicani non possono essere separati dai genitori”.
La versione dei residenti: "Il Camping non chiuderà"
In realtà, secondo il Comitato dei residenti di via Tiberina, il Camping River non chiuderà, vi rimarranno tutte le persone che vi abitano attualmente. L’unica differenza è che sparirà il Comune, così come, pochi giorni fa, ha spiegato il Presidente del Municipio XV Simonelli, durante un’assemblea pubblica. “L’unica cosa a concludersi il 30 giugno sarà il rapporto tra il Comune di Roma e l’area dove sorge il campo, in termini di cessazione delle utenze e delle soluzioni proposte alle famiglie presenti nel campo”, si legge sulla pagina Facebook del Comitato. “Quindi a partire dal 1 luglio, si comprende che, il campo River cambierà ulteriormente status, da campo abusivo tollerato e sostenuto dall’amministrazione capitolina a campo abusivo nelle mani di un privato, nonché proprietario dell’area e unico interlocutore a partire dalla suddetta data”, conclude il post dei residenti.
Vincenzo, operatore sociale del Camping River, ha annunciato a Repubblica che in settimana si terrà una conferenza stampa per presentare il progetto Aqua della società Seges che è stato portato alla sindaca Virginia Raggi e a Michela Micheli del dipartimento delle politiche sociali. "Il piano della sindaca non è fattibile: se li portano nei centri d'accoglienza poi girano per Roma, ricominciano a occupare e ricominciano gli sgomberi.
Bisogna sedersi a un tavolo per confrontarsi. L'80 per cento delle persone del Camping River è nato in Italia", ha detto Vincenzo. Tutti segnali che lasciano intendere che il piano di superamento dei campi, voluto dalla Raggi, è miseramente fallito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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