Roma, Ignazio Marino rinuncia al progetto del quartiere a luci rosse

Il sindaco dopo le polemiche frena sui quartieri per le lucciole ma chiede modifiche alla legge Merlin

Roma, Ignazio Marino rinuncia al progetto del quartiere a luci rosse

Dopo gli annunci e le dichiarazioni sull'apertura di un quartiere a luci rosse nella Capitale, arriva la retromarcia di Marino. Il prefetto di Roma gli aveva già negato l'autorizzazione, ma adesso il sindaco travolto dalle polemiche prova ad aggiustare il tiro. E lo fa con una lettera al presidente della Camera e del Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso chiedendo però la reintroduzione della legge Merlin. "La prostituzione di strada rappresenta per moltissime famiglie un’emergenza che richiede soluzioni non più rinviabili. Più volte mi sono trovato davanti a genitori o nonni che mi hanno posto questa domanda: ’Cosa debbo dire alla mia bambina o al mio bambino davanti a questo spettacolo?’. Credo che chi governa una città, così come chi è chiamato a scrivere le leggi, debba tenere conto di una simile richiesta".

E ancora: "Una legge - spiega - che ha oltre sessant’anni, che era straordinariamente moderna e civile per l’Italia dell’epoca, ma che allora non poteva certo tener conto dell’evoluzione dei fenomeni sociali e delle problematiche legate a quelle che qualcuno definisce di ’decorò, ma che, a mio parere, riguardano la qualità e la dignità" di una comunità.

È necessaria - prosegue - una legge articolata, capace di combattere l’ignobile tratta e di regolamentare il modo in cui questa attività, quando è volontaria, possa svolgersi senza produrre una situazione di tensione e di allarme sociale. Quindi chiede di calendarizzare i disegni di legge su questo tema per «un sereno dibattito parlamentare, senza posizioni preconcette e ideologiche"

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