Raffica di medici di base in pensione anticipata per paura del contagio

Come gli ospedali, adesso anche l'assistenza territoriale rischia di collassare

Raffica di medici di base in pensione anticipata per paura del contagio

Diversi medici di base di Roma e del Lazio starebbero pensando alla ritirata. O meglio, alla pensione anticipata. Come riportato da Il Messaggero, molti di loro, circa un terzo, ha già superato l’età dei 68 anni. Magari qualcuno di starsene a casa a curare i nipoti o passare più tempo in famiglia non l’aveva neanche preventivato, ma il coronavirus, il lavoro sempre più stancante e la paura di essere soggetti a rischio, sembra aver fatto cambiare loro idea. Passare il testimone a chi è più giovane e godersi la meritata pensione sembra adesso non essere poi così male come prospettiva. Anche perché nella giornata di ieri è arrivata la notizia di un altro decesso tra i sanitari, Luciano Quaglieri. Il 48enne lavorava come infermiere al pronto soccorso del San Filippo Neri. E due giorni fa era toccato a un autista dell’Umberto I.

A gennaio oltre 500 medici di famiglia andranno in pensione

Nel Lazio i nuovi positivi sono adesso quasi 3mila, esattamente 2.997. Maria Teresa Corongiu, vicepresidente della Fimmg Lazio, la Federazione italiana dei medici di medicina generale, ha spiegato che “nella migliore delle ipotesi a partire da gennaio se ne andranno in pensione almeno 500/600 medici di famiglia. Tenuto conto che fino a qualche anno fa eravamo 4.800 e che ora siamo già scesi a 4.300 non adeguatamente rimpolpati, la problematica rappresenterà una emergenza nell'emergenza. Avremo il picco dell'esodo entro il 2022, numeri mai registrati prima”. Tra l’altro, non va dimenticato che la metà dei medici ha già acquisito gli anni di lavoro necessari per arrivare alla pensione. I numeri quindi potrebbero essere anche superiori.

I medici di base più anziani sono anche coloro che hanno più assistiti, in media 1.500 ognuno, tutti pazienti che rischiano di non avere più il loro punto fisso in breve tempo. Perché comunque, è naturale, del medico di famiglia ci si fida e lo si considera quasi un parente acquisito. La settimana scorsa sono stati registrati medici positivi sia alla Asl Roma 2 che alla Asl Roma 5, dei quali alcuni sono stati ricoverati. “Ed è difficile trovare pure i sostituti in questo momento per cui bisogna chiedere una cortesia a un collega oberandolo di altri pazienti” ha precisato Pier Luigi Bartoletti, presidente della Fimmg Lazio.

Si rischia il collasso

E di lavoro ce n’è veramente tanto, sono assediati da continue telefonate. Chi chiama per chiedere del vaccino, chi ha bisogno ricette, o ancora chi deve prenotare un tampone o necessita di sorveglianza domiciliare. Oltre agli ospedali, adesso rischia di collassare anche l’assistenza territoriale, quella su cui si basa la strategia anti-Covid. Ma se il numero dei medici di famiglia calerà a 3.700, il rischio c’è. Ieri era il 69° compleanno della dottoressa Corongiu, e anche lei dovrebbe a breve uscire dal sistema, a meno che non le venga consentito di rimanervi.

“In un momento di emergenza si potrebbe decidere di trattenere o richiamare i pensionati. Non c'è solo chi, legittimamente, decide di lasciare lo studio, ma anche chi si sente di avere forza ed energia per continuare, alimentato dall'amore per questo lavoro” ha spiegato la dottoressa.

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