Dopo la tragedia si cerca di capire come siano andate davvero le cose dentro l'ascensore della fermata metro di Roma Furio Camillo dove ha perso la vita un bimbo di 4 anni. Repubblica.it ricostruisce le conversazioni tra la madre e l'operatore dell'Atac poco prima della tragedia. "Mi aiuti: io e mio figlio siamo rimasti chiusi in ascensore", dice la mamma del piccolo Marco al dipendente Atac fuori dal gabiotto. E lui risponde: "Signora non si preoccupi, ho già avvisato la squadra di intervento, arriveranno a momenti. State bene voi?".
"Tutto bene" risponde Francesca Giudice. Pochi minuti dopo la donna ripete: "Senta qui stiamo svenendo, non respiriamo, fa un caldo terribile. Potrebbe sollecitare?". L'addetto Atac a questo punto interviene. Scende con un altro ascensore e affianca quello bloccato. Apre le porte e il bimbo istintivamente va verso l'uscita ma cade nel vuoto: un volo fatale di 20 metri che gli costa la vita. "Ho preso il primo ascensore, quello che sta per strada - racconta la mdre - per scendere giù al livello dei tornelli. Avevo il bambino e il passeggino con me e non ho voluto prendere le scale mobili.
Poi ho timbrato il biglietto e sono salita sul secondo, quello che sta dietro al gabbiotto all'ingresso della stazione, giù. Le porte si sono chiuse, l'ascensore si è mosso appena verso il basso. Poco, però". Dieci minuti dopo, la tragedia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.