Ci troviamo a Roma, per la precisione nella piazza di Prima Porta, dove dal giorno successivo allo sgombero del campo del River hanno trovato dimora decine di famiglie di etnia rom.
Ammassate sui marciapiedi con materassini, cuscini e coperte di fortuna, hanno preferito occupare quest’area piuttosto che piegarsi alle soluzioni proposte dal comune col Piano Rom o alle alternative presentate dalla Sos, la Sala operativa sociale di Roma. Dunque, invece di spostarsi tra le pareti di un centro di accoglienza o in tendopoli predisposte temporaneamente ad accoglierli, hanno scelto la vita in strada. La motivazione, stando a quanto riferito da alcune donne che vivevano al River, sarebbe la volontà di mantenere le famiglie unite, senza arrivare alla separazione tra madri e figli da una parte ed uomini dall’altra.
“Da giorni dormiamo tutti in strada, dal Comune non ci è stato offerto nulla se non la divisione delle nostre famiglie. È una presa in giro continua”, sentenzia uno degli ex abitanti del campo rom River, come riportato su “Romatoday”. “Il bonus per le case che nessuno vuole affittarci, i soldi per aprire attività con labirinti burocratici infiniti, come i contributi per tornare nei nostri paesi di origine che non bastano nemmeno per il viaggio”, continua a protestare l’uomo.
Alcune delle madri, che accudiscono bambini di un’età compresa tra i 3 mesi ed i 14 anni, temono l’intervento dei servizi sociali per le condizioni in cui li fanno vivere: “Abbiamo paura che ci tolgano i nostri figli”.
Nella mattinata di oggi, numerosi rom sono stati identificati dai poliziotti dopo le richieste di intervento da parte dei residenti. Tutto ciò è un preludio, molto probabilmente, allo sgombero di questo nuovo accampamento di fortuna.
Non esiste al momento una soluzione definitiva: alcuni sfollati del River hanno trovato riparo in altri campi rom, mentre gruppi più sparuti si spostano all’interno della città occupando aree più o meno nascoste in cui stanziarsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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