L'eritreo ferito ieri sera durante la rissa tra residenti e migranti ospitati nel Presidio umanitario di via del Frantoio era una "vecchia conoscenza" di Tiburtino III: nessun atteggiamento violento o minaccioso, ma dei comportamenti strani, bizzarri, indicativi di una qualche forma di disagio, come la raccolta compulsiva di mozziconi di sigarette gettate in strada.
È uno degli elementi che emergono dalle indagini dei carabinieri, impegnati a ricostruire quanto effettivamente accaduto e a "pesare" testimonianze incrociate di residenti e migranti che, come prevedibile, avvalorano dinamiche diverse, quando non contrapposte.
L'eritreo, che secondo la Croce rossa di Roma era stato espulso dal centro di via del Frantoio, in passato era stato anche in un Centro a Cosenza, ma il prefetto della città calabrese gli aveva revocato le misure di accoglienza anche perché se ne allontanava spesso: ieri sera avrebbe lanciato alcuni sassi contro un gruppo di ragazzini, forse - è una delle ipotesi - in reazione a una presa in giro, innescando la reazione della mamma di uno di loro.
La donna, accompagnata dal figlio, ha fatto un giro per il quartiere ed è proprio davanti alla struttura di via del Frantoio che il figlio ha riconosciuto l'uomo.
Il parapiglia tra un gruppo nutrito di residenti arrivato a darle man forte e i migranti ospiti del Presidio - in tutto, pare, una cinquantina - è avvenuto non all'interno della struttura ma tra il cancello e il portone di ingresso, in una sorta di ampio cortile.Mentre l'eritreo è stato trovato ferito davanti al cancello. Al momento, nessuno (di entrambi gli "schieramenti") ha presentato denuncia.
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