Sono stati imbrattati i muri del complesso residenziale che a Rosarno, un Comune in provincia di Reggio Calabria, è stato costruito per accogliere i migranti. Quelli apparsi sono "murales" contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il prefetto di Reggio Calabria, Michele Di Bari, scritti in italiano, in inglese e in francese, affinché proprio tutti possano comprendere il significato delle parole. " No alle espulsioni prefetto e Salvini nelle tende andateci voi" o ancora "case per tutti". Queste le frasi che il sindaco di Rosarno, Giuseppe Idà, come si legge sul quotidiano on-line "quicosenza.it", ha bollato come "un atteggiamento intimidatorio" da deplorare. I muri imbrattati appartengono a un complesso edilizio di quarantadue appartamenti, con 250 posti letto, costruito per ospitare i cittadini extracomunitari in contrada Serricella, realizzato grazie ai fondi dell'Unione Europea. Gli stessi messaggi sono stati anche scritti sui muri esterni della prefettura di Reggio Calabria. Non solo.
Sul cancello esterno del residence sono state affisse delle gigantografie di foto dei migranti che hanno perso la vita in Italia. Si tratta di Becki Moses, Suruwa Jaitèh e Moussa Ba che sono morti in uno dei roghi della baraccopoli di San Ferdinando sgomberata qualche giorno fa; di Soumaila Sacko, sindacalista maliano ucciso e di Sekine Traorè, che tentò di aggredire, ferendolo, un carabiniere il quale per legittima difesa gli sparò. Sul caso delle scritte sui muro sta indagando la polizia ed è intervenuto anche il primo cittadino. "Esprimo ferma e netta condanna per il gravissimo gesto, è chiaro che si tratta di un disegno molto più ampio ed articolato che mira ad attaccare gli organi centrali e periferici dello Stato, alimentando un clima di tensione, che in questo momento, certamente non giova a nessuno” ha dichiarato Idà sul sito "quicosenza". Il Giornale due anni fa si è occupato di questi moduli abitativi, già al centro delle cronache per l'occupazione dei posti letto da parte dei cittadini di Rosarno che rivendicavano un tetto sulla testa e chiedevano di essere aiutati prima dei migranti.
Il residence ancora oggi non è pronto. Il cantiere a lavori in corso venne sospeso perché l'azienda costruttrice ebbe un'interdittiva antimafia. Oggi quel cantiere è stato riaperto e le opere stanno per essere ultimate per poi dare una casa agli immigrati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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