Samir Khalil Samir, noto sacerdote gesuita ed islamologo, è stato "trasferito"in Egitto. Come mai uno dei più stretti consiglieri di Ratzinger durante il pontificato si trova attualmente lontano da Roma? La Fede Quotidiana, intercettando il sacerdote egiziano, ha provato a fornire una risposta a questa domanda.
"Da circa sette giorni, il famoso islamologo - si legge sul progetto editoriale d'ispirazione cattolica - "nei pressi di Santa Maria Maggiore, ha cambiato aria e si trova in Egitto, ormai definitivamente". Precisamente, il sacerdote è al Cairo, presso la residenza-scuola dei gesuiti "College de la Saint Famile, dove l'islamologo era già stato dal 1943 al 1945. Per molti anni, poi, Samir aveva insegnato presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma, vicino Santa Maria Maggiore. Il sacerdote, nel corso degli anni passati, si era più volte espresso sui pericoli derivanti da un vero e proprio "ricatto" dell'Islam all'Europa cristiana: "Le città sono già occupate - scriveva nell'aprile del 2016 - gli immigrati vanno a stabilirsi attorno alla città e la conseguenza più banale è che si formano dei quartieri abitati solo da immigrati". Così si formano le Molenbeek di tutta Europa. Quartieri dove la sharia diventa legge. E dove i musulmani la fanno da padroni". E ancora: "Si radicalizzano, fanno proselitismo. E l'Europa, gli Stati restano a guardare. Il motivo, spiegava Samir, è che gli occidentali non hanno capito che "l'Islam non è una religione nel senso cristiano della parola".
Il sacerdote, pur ribadendo la sua fedeltà al Magistero papale e al Papa, non ha mai nascosto le sue perplessità sull'approccio di Bergoglio all'islam. Successivamente agli attentati dell'Isis presso Parigi e Bruxelles, poi, Samir aveva indicato la strada affinché l'Italia scampasse alle tragedie provocate dalla follia jihadista. Intervistato da Tempi, Samir consigliava "regole ferre" ed "accoglienza vigile". Sempre il sacerdote, inoltre, si era così espresso riguardo la tensione di Bergoglio verso il dialogo religioso con i musulmani, pur smentendo chi sosteneva e sostiene l'esistenza di un radicale cambio di linea rispetto la linea ratzingeriana sul tema: "Io lo capisco e comprendo le sue buone e rette intenzioni. Lui vuole mantenere le porte aperte al dialogo. Però va riconosciuto che Bergoglio conosce poco l’islam, che non è a priori un credo di pace. Anzi l’Isis quando opera, lo fa nel nome del Corano. Questo è un errore del Papa che si ripete. Nel Corano ci sono versetti di pace, ma anche elementi violenti . Il Papa sceglie sempre quelli di pace e dimentica gli altri. Lo fa, come dicevo, in buona fede, non ho dubbi. Il problema reale dell’ islam è l’insegnamento nelle moschee dove spesso si mette in risalto la seconda parte della vita di Maometto rispetto alla prima, ossia quella bellicosa rispetto alla pacifica". Il sacerdote, dunque, ha mosso qualche critica al Papa, prima di essere "trasferito". I due elementi sono in qualche modo collegati?
Samir Khalil Samir smentisce questa interpretazione e scrive che:"Il Superiore Provinciale dei gesuiti, in comune riflessione con me, ha deciso di mandarmi al Cairo avendo esaminato la proposta Beirut, tenuto conto di vantaggi e
svantaggi". Fatto sta che il sacerdote, che ha avuto un ruolo centrale nella riflessione di Benedetto XVI sull'islam, ora si trova in Egitto, lontano da Roma. Un trasferimento che, secondo alcuni, sarebbe avvenuto "a sorpresa".
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