Salah Abdeslam si difende: "A Parigi non ho ucciso nessuno". E cita pure Voltaire

Salah Abdeslam, l'unico sopravvissuto del commando dell'Isis che ha attaccato Parigi nella notte del Bataclan, in aula giura nuovamente fedeltà all'Isis ma accusa di calunnie gli inquirenti

Salah Abdeslam si difende: "A Parigi non ho ucciso nessuno". E cita pure Voltaire

Il processo all'unico superstite degli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 si è, ancora una volta, trasformato in un personale show dell'imputato. Salah Abdeslam, il mancato kamikaze di quella tragica nottata nella capitale francese, ha approfittato della visibilità offerta dall'aula del tribunale per proclamarsi innocente e lanciare la sua personale propaganda. “Non ho ucciso nessuno, non ho fatto del male a nessuno – ha dichiarato Abdeslam – Dall'inizio di questa vicenda, non hanno smesso di diffamarmi”. Il processo è iniziato nell'autunno scorso. In Francia è molto seguito. Familiari delle vittime e comuni cittadini sperano si possa da qui ricavare la verità su quanto accaduto sei anni fa.

Lo show di Abdeslam

Il procedimento però è importante anche per un altro punto di vista. È la prima volta che un aspirante kamikaze ha la possibilità di parlare in un'aula di tribunale. Una circostanza quasi inedita non solo in Francia ma in Europa. Di questo Salah Abdeslam ne è consapevole forse già dal 18 marzo 2016, quando il “soldato dello Stato Islamico (così si è autodefinito in passato)" è stato catturato nella “sua” Molenbeek, una delle zone più degradate di Bruxelles, lì dove è nato nel 1989. Nelle prime battute del processo il mancato kamikaze della notte parigina ha spiegato i motivi del gesto suo e del gruppo a cui apparteneva. Dalla vendetta in nome dei civili siriani e iracheni, passando per la rivendicazione politica del gesto, fino a spiegare il suo processo di radicalizzazione dopo aver “vissuto da occidentale e da libertino”.

Nelle scorse ore invece è arrivata la proclamazione di innocenza. Senza smentire l'appartenenza allo Stato Islamico e alla galassia jihadista, Abdeslam ha però voluto sottolineare di non aver mai ucciso nessuno non essendo entrato in azione nella capitale francese. E, contestualmente, un po' per beffa e un po' per confermare gli aspetti più noti del personaggio, ha tenuto una sua personale lezione sul concetto di giustizia. “Capisco che la giustizia voglia dare un esempio con me e le altre persone – ha dichiarato ai giudici – ma si manda anche un altro messaggio. In futuro quando ci sarà un individuo che si ritroverà in una metropolitana, in un autobus con una valigia di esplosivo e che all'ultimo momento dirà in verità non voglio farlo, questo individuo non avrà il diritto di pensarci”.

Un membro dell'Isis organico a una cellula terroristica che impartisce lezioni di giustizia in un'aula di tribunale francese avrebbe del comico se, di mezzo, non ci fossero più di 130 vittime causate dall'attacco del 2015. Il miliziano ha poi citato anche Voltaire: “Calunniate, calunniate consigliava Voltaire – ha dichiarato – qualcosa alla fine resterà”.

“Io sono con i miliziani dello Stato Islamico, li amo”

Subito dopo Salah Abdeslam ha nuovamente proclamato il suo appoggio incondizionato all'Isis, motivato da una forte avversione nei confronti dell'occidente. “ l mondo occidentale – ha dichiarato il miliziano – impone la sua ideologia al resto del mondo. Per noi musulmani è un'umiliazione.

Io appoggio lo Stato islamico, sono con loro, sono per loro, li amo".

Oggi doveva essere anche la giornata della madre e della sorella di Abdeslam, ma durante l'udienza il giudice ha specificato che entrambe alla fine hanno preferito non presentarsi.

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