A Borgo Mezzanone le ruspe dell'Esercito: sgomberato il ghetto dei migranti

Al via le operazioni alla baraccopoli di Borgo Mezzanone (Foggia), insediamento sorto accanto al Cara. Impiegate 200 persone

A Borgo Mezzanone le ruspe dell'Esercito: sgomberato il ghetto dei migranti

L'obiettivo è quello di ridurre i casi di irregolarità e degrado. Per questo, stamattina, le ruspe dell'esercito si sono mosse sulla "pista" di Borgo Mezzanone, la baraccopoli dei migranti sorta a pochi metri dal Cara. L'insediamento abusivo in provincia di Foggia è finito più volte al centro delle cronache nazionali tra liti, criminalità, caporalato, spaccio e schiave del sesso. A comandare sono le mafie locali e quella nigeriana, senza dimenticare i numerosi casi di violenza.

L'insediamento abusivo ha finito con l'inglobare anche il centro "ufficiale" (che Salvini ora intende chiudere) ed è abitato da circa 2mila persone, numero che tende a crescere nel periodo di raccolta dei pomodori. Gli immigrati vivono in case di fortuna, realizzate con materiali altamente infiammabili, allacciate all'energia elettrica con cavi volanti e pericolosi. L'intero campo è riscaldato con bombole a gas, abbandonate a se stesse e senza alcuna manutenzione.

Da tempo il ministro dell'Interno ribadisce l'intenzione di chiudere alcuni dei Cara (in quello di Mineo sono già iniziati i primi trasferimenti) e di smantellare “alcune baraccopoli e tendopoli sviluppatesi in aree urbane”, luoghi diventati il “tempio dell’illegalità” e che Salvini considera “indegne di un Paese civile”. Borgo Mezzanone è uno di questi. Non è un caso se è qui, tra questi ruderi e baracche, che si è nascosto uno dei pusher di Desirée Mariottini. E sempre a Mezzanone una volta alcuni poliziotti vennero circondati dagli migranti minacciosi.

Ecco perché oggi i mezzi del 11esimo Reggimento Genio Guastatori sono arrivate nel campo per abbattere alcune palazzine. Le forze di polizia hanno eseguito il sequestro preventivo disposto dal gip del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura della Repubblica di alcuni immobili abusivi nell'ex pista, utilizzati per attività illecite. Non solo il fenomeno del caporalato, lo sfruttamento del lavoro, lo spaccio di droga o la prostituzione gestite dalle organizzazioni criminali. Il campo, strutturato come un insediamento abitativo, era diventato anche terreno fertile per altre attività criminali come la ricettazione, la rivendita di beni rubati, o l'esercizio di bar e ristoranti abuisivi.

Il sequestro è arrivato nell'ambito di un preocedimento penale nato a seguito di due incendi scoppiati all'interno del ghetto tra il 30 ottobre e il 10 novembre dell'anno scorso. Nei due roghi è morto un migrante e molti sono rimasti ustionati. La procura procede per reati che vanno dall'occupazione abusiva di terreni pubblici al furto di energia elettrica, fino a violazioni in materia ambientale con pregiudizio per la salute pubblica.

Il blitz, scrive la Procura in una nota, è stato disposto per ripristinare "la legalità nel rispetto dei diritti e della dignità delle persone". Il sequestro non riguarda però immobili adibiti ad abitazione.

A coordinare le operazioni ci ha pensato la Questura di Foggia con il supporto di Prefettura, vigili del fuoco, servizio 118, Arpa Puglia, Enel, Regione Puglia e - come detto - l'Esercito. "Basta degrado, abusivi e illegalità. La pacchia è finita", esulta Salvini.

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