San Severo, ex violento intimoriva la vittima con fucili

La perseguitata da maggio 2017 subiva vessazioni continue: minacce, pedinamenti, insulti e schiaffi

San Severo, ex violento intimoriva la vittima con fucili

Non accettava l'idea di essere stato lasciato dalla fidanzata tradita innumerevoli volte. Uno squilibrato senso del possesso, il suo, che lo ha portato a trasformarsi in un ex violento. Gli agenti del commissariato di San Severo (Comune in provincia di Foggia) hanno arrestato un 23enne del posto resosi responsabile del reato di atti persecutori nei confronti della compagna. Una storia terribile che ha fatto cadere nel baratro della depressione la giovane vittima. I primi atteggiamenti persecutori sono iniziati nel 2017, per poi proseguire senza interruzione fino allo scorso maggio. A scatenare l'ira del ragazzo, già gravato da precedenti di polizia, la decisione della malcapitata di lasciarlo poiché stanca dei suoi continui tradimenti. Una scelta questa pagata a caro prezzo. Minacce, parole pesanti, calci e pugni. Vessazioni continue tradottesi con il ricorso alle cure sanitarie per ben sei volte. Inizialmente alla vittima veniva impedito di uscire di casa.

La condotta del responsabile si faceva poi più pressante tanto che, dopo aver cambiato radicalmente le proprie abitudini di vita, la fidanzata si era vista costretta a chiedere ospitalità ad una zia residente in un'altra provincia. In sede di denuncia è stato presentato un cd contenente telefonate intimidatorie inframmezzate da insulti e parole di disprezzo. La prova consegnata recava altresì messaggi con foto dell'abitazione della perseguitata e di due fucili. Questi ultimi avevano lo scopo di intimorirla e di ricordarle la costante presenza dell'ex violento che diverse volte l'aveva anche pedinata.

A carico del 23enne pende anche la denuncia della madre di un ragazzo minorenne che frequentava la sua ex fidanzata e per tale motivo oggetto di minacce di morte. In seguito al provvedimento emesso dal gip di Foggia, il responsabile è ora confinato agli arresti domiciliari.

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