Santanchè, la Camera decide di non decidere: voto rinviato

La Camera rinvia la votazione per eleggere il vicepresidente. La Santanché accusa: "Questa maggioranza non decide nulla". Il Pdl: "Daniela resta la nostra candidata"

Santanchè, la Camera decide di non decidere: voto rinviato

Alla fine la Camera decide di non decidere. E la maggioranza agonizzante si salva, per ora. Dopo una mattinata concitata, segnata dai giochetti del Pd che sotto banco cercava l'accordo coi Cinque Stelle, l'Aula della Camera rinvia la votazione per eleggere il nuovo vicepresidente di Montecitorio, incarico lasciato vacante dal pdl Maurizio Lupi chiamato al dicastero delle Infrastrutture dal premier Enrico Letta. "Questa maggioranza non decide nulla", ha sbottato Daniela Santanchè, candidata dal Pdl alla vicepresidenza.

La presidente della Camera Laura Boldrini ha fatto sapere che la seduta per una nuova votazione dovrà essere fissata dalla conferenza dei capigruppo. La maggioranza si ritaglia ancora un po' di tempo per trattare e decidere chi piazzare sullo scranno della presidenza. Poltrona che deve andare al Pdl, ma sulla quale il Pd vuole dare il proprio benestare. "Non ci penso proprio a fare un passo indietro", ha assicurato la Santanchè prima di entrare in Aula alla Camera dove il rinvio è passato con uno scarto di ben 193 voti a favore. Lo stesso vicepremier Angelino Alfano ha assicurato alla deputata del Pdl che la sua candidatura resta sul piatto. Piatto che, arrivati a questo punto, i democratici dovranno ingoiare. Altrimenti si rischia una crisi politica tale da far traballare la maggioranza. Ad alzare i toni è stato proprio il Pd che, dopo aver minacciato di votare scheda bianca per "non sporcarsi le mani", ha giocato di sponda con i montiani che si sono affrettati a proporre il rinvio dellla votazione per non dare il colpo finare a una maggioranza in forte difficoltà. "Il rinvio ci serve a arrivare al clima di unità e di condivisione che aveva caratterizzato l’elezione dell’Ufficio di presidenza all’inizio della legislatura", ha spiegato Lorenzo Dellai di Scelta Civica. La proposta è stata presentata ai capigruppo che, però, non sono riusciti a raggiungere un accordo: la maggioranza era per il rinvio, l’opposizione invece era contraria. Già prima della riunione, tutti i partiti della maggioranza si erano pronunciati a favore del rinvio, per tentare di trovare in extremis un accordo e soprattutto per evitare che prevalga il candidato dell’asse tra i Cinque Stelle e il Sel di Nichi Vendola. "È bastato candidare un deputato del M5S, per mandare all'aria i giochi di Palazzo", hanno spiegato i deputati pentastellati accusando la Camera di essersi ridotta a "un luogo dove testare la leadership".

Nonostante i giochetti del Pd, il Pdl è irremovibile sulla candidatura della Santanchè. "Il nostro candidato è e rimane assolutamente Daniela", ha assicurato il capogruppo del Pdl alla Camera Renato Brunetta spiegando che il rinvio serve a verificare le prescrizioni dal punto di vista del regolamento. Dal momento che l'incarico è stato lasciato vacante da Lupi, dovrebbe infatti valere la prassi per cui la poltrona venga ricoperta da un esponente dello stesso gruppo.

"La stragrande maggioranza del Parlamento si è espressa a favore di questa prassi", ha ricordato Brunetta chiedendo che la Boldrini utilizzi quanto è in suo potere per "facilitare una soluzione".

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