I risultati dell'autopsia: come è morto Giacomo

L'autopsia lascia pochi dubbi: Sartori è morto per impiccamento con il grosso cavo elettrico legato intorno al ramo dell'albero dove è stato ritrovato

I risultati dell'autopsia: come è morto Giacomo

Giacomo Sartori è morto per impiccamento: è stato questo il responso dell'autopsia sul cadavere del 29enne trovato morto lo scorso venerdì accanto ad un albero.

Qual è il risultato dell'esame

Il medico legale ha confermato la morte per asfissia a causa di un cavo elettrico che aveva legato intorno al collo grazie all'aiuto di un grosso ramo di quercia dove poi era stata ritrovata, poco distante, la sua auto, una Volkswagen Polo. Saranno necessari altri giorni, però, per avere i risultati degli esami genetici su una grossa prolunga che Sartori aveva utilizzato per togliersi la vita e sulla catena che non ha retto l'impatto con il primo tentativo (fallito) di suicidarsi. Per quanto riguarda l'orario della morte, sarà improbabile avere un esito a breve: il test tossitologico e gli esami di estomatologia forense (disciplina che utilizza le conoscenze del cavo orale) hanno tempi ancora lunghi. In ogni caso, non sono stati rinvenuti segni di collutazione che facciano pensare che fossero presenti altre persone.

Tutti i dubbi

Come ci siamo occupati sul Giornale.it, sono ancora molti i dubbi da chiarire: dopo l'incontro di Venerdì 17 settembre con gli amici in un'enoteca in via Vittorio Veneto, vicino Porta Venezia, viene rubato uno zainetto tra le 23.00 e le 23.30. Da quel momento, dopo aver chiesto in giro se qualcuno si fosse accorto di nulla, il trentenne va via salutando gli amici. Da ricordare come soltanto pochi mesi fa, Sartori aveva subito un altro furto: il lunotto della sua auto era stato sfondato e il ladro aveva rubato, anche in quel caso, uno zaino con apparecchi elettronici.

Quanto accade dalle 23.30 in poi rimane ancora un mistero: Sartori, dopo un paio d'ore, si mette al volante e guida per 21 km fino alla campagna di Casorate Prima (Pavia), un paesino mai frequentato in passato e dove non ha contatti (il trentenne era originario di Belluno). Ed è tra quei campi che gli inquirenti hanno rintracciato, mercoledì 22, la Polo grigia, ritrovando il tagliando di mancato pagamento dell'austostrada A7 che Sartori ha percorso tra le 2.00 e le 2.20 del mattino pur sapendo di non poter pagare il pedaggio. Prima di arrivare in quella campagna, Sartori ha vagato in auto per le strade di Casorate, poi per quelle di Motta Visconti: le telecamere di sicurezza lo riprendono mentre gira in circolo, come se stesse cercando qualcosa o qualcuno.

Alle 2.30, il telefono personale di Sartori aggancia la cella telefonica di Motta Visconti (comune di Milano), ma soltanto per utilizzare la rete internet: infatti non parte alcuna chiamata. Alle 7.

15 del mattino, il suo telefono è ancora acceso e aggancia nuovamente la stessa cella telefonica ma anche in quel caso non ci sono chiamate, solo traffico dati, come cinque ore prima. Poi il silenzio. Fino al ritrovamento dell'auto e del cadavere. Adesso c'è il risultato e l'esito, purtroppo, più scontato: morto per impiccamento.

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