Adire le vie social è ormai più efficace che adire le vie legali. Per informazioni chiedere agli 8.200 iscritti del gruppo Facebook Anima Vesuviana, che sono riusciti a convincere la Soprintendenza Archeologica di Pompei a rettificare l’ennesimo strazio del già iper-bistrattato sito di scavi.
Oggetto della diatriba i rubinetti moderni conficcati indegnamente nella fauci di alcuni mascheroni antichi, risalenti a duemila anni fa e da più di un decennio utilizzati come fontane per dissetare i turisti in gita nell’ardente Valle del Vesuvio. Il problema, oltre che estetico, era anche funzionale: per far sgorgare l’acqua bisognava premere il pomello con un certo impeto, rischiando di prendere a pugni e quindi sfigurare il volto della statua. La Soprintendendenza, pressata dal gruppo Facebook, ha rimediato in parte allo scempio, surrogando i rubinetti in plastica con modelli più resistenti in ottone che non richiedono la forza bruta per ottenere uno zampillo e risultano un po' meno molesti alla vista.
“L'animata denuncia della pagina Anima Vesuviana ha raggiunto la Soprintendenza Archeologica di Pompei, che ha deciso di sostituire la valvola con una più sottile e maggiormente adeguata alla linearità e al colore della fontana”, scrivono con soddisfazione i volontari, che sottolineano: “Il fondamentale lavoro di denuncia di Anima Vesuviana e dei suoi seguaci ha fornito giustizia alla maestosa opera ma è fondamentale, affinché la bellezza delle città come Pompei rimangano intatte, una maggiore attenzione degli addetti ai lavori, incaricati della tutela delle opere d'arte di cui è colma l'Italia”.
Fatto sta che queste preziosissime sculture arcaiche resteranno con i rubinetti in bocca per chissà quanti anni ancora. Dimostrazione di come troppo spesso la difesa dei beni culturali in Italia faccia acqua da tutte le parti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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