Ha superato una guerra mondiale, gli anni bui del terrorismo, crisi economiche e lo spettro della Troika più volte paventato per il nostro Paese e a concorrenza di grandi catene di distribuzione. A metterla ko sono stati il governo Conte e le nuove norme sullo scontrino elettronico che impongono ai negozianti, tra le altre cose, di avere il pos.
Un ostacolo troppo grande, questo, per Brunilde Cocchi, una merciaia di 99 anni di Prato che dopo quasi 90 anni passati in negozio ha deciso di chiudere perché non riesce ad adeguarsi alle nuove tecnologie. Quella merceria che da oltre 90 anni si affaccia su via Mazzini per l’anziana rappresenta tutto il suo mondo fatto di ricordi, semplicità e sacrificio.
Il negozio fu inaugurato nel 1927 dalla madre. Inizialmente lo spazio era più piccolo ma fu allargato nel dopoguerra. Lei, Brunilde, dopo la scuola correva in quella rivendita per aiutare la mamma fin da quando aveva 10 anni. Passava il tempo ma non la sua passione per il lavoro.
La tipologia della merce non è mai cambiata, così come non è mai mutata l’atmosfera. In effetti, quando si entra in quel negozio si ha la sensazione di fare un salto indietro nel tempo. Gli infissi dipinti di verde acqua, gli scaffali che raggiungono il soffitto, le confezioni di bottoni che caratterizzano la parete. Tutto tenuto con precisione millimetrica. E poi c’è quel vecchio registratore di cassa, suo amico fidato ed inseparabile.
Ma quella fantastica avventura sembra essere giunta al termine. I motivi li spiega la stessa Brunilde in collegamento in diretta con “Mattino Cinque”: “Mi sono stufata di queste cose moderne, non ci penso nemmeno a comprare un nuovo registratore di cassa”.
Nonostante la veneranda età, la signora dagli occhi vispi e impeccabile nel suo abbigliamento ammette che il suo sogno è solo uno: quello di poter continuare a svolgere la sua attività fino a quando ne avrà la forza. ''A me la pensione non è mai interessata, mi piace lavorare'', ha raccontata Brunilde.
Quest’ultima, però, sa che la legge e legge e che la sua storia sta per giungere al capolinea. Visibilmente commossa, la 99enne ha affermato che quando non potrà più aprire la serranda andrà a fare le passeggiate in collina. Pura semplicità. Ma bisognerà vedere cosa proverà davvero l’anziana nel non potersi più recarsi nel suo negozio. Le abitudini sono importanti, 90 anni non si cancellano così. Sarebbe bello che Brunilde camminasse perché lo vuole e non perché costretta a riempire le sue giornate rese vuote dalla mancanza dell'impegno lavorativo.
La merciaia è una sorta di istituzione di Prato. Ancora oggi serve numerosi clienti che qui acquistano magliette intime per uomo, donna e bambino e i bottoni. Il giro di affari negli ultimi anni è calato per colpa della concorrenza ma Brunilde non se ne rammarica. Il suo nemico è lo scontrino elettronico. Un ostacolo troppo grande da superare anche per una guerriera come lei. ''Non fa per me. Se mi obbligano chiudo'', ha mestamente dichiarato la merciaia.
Solo in un caso Brunilde continuerà ad aprire il suo negozio. Se lo Stato le darà una proroga per lo scontrino elettronico allora sì, quella saracinesca su via Mazzini continuerà ad aprirsi. Se la legge sarà inflessibile, il danno non sarà solo per Brunilda ma anche per l’Italia intera che perderà una instancabile e orgogliosa lavoratrice.
La vicenda investe la politica. Se da un lato c’è il governo Conte responsabile della norma sullo scontrino elettronico, dall’altro si alza forte la voce di chi contesta il provvedimento. “Dopo 80 anni di attività la signora Brunilde è costretta a chiudere bottega a causa del pos obbligatorio voluto dal Governo.
Ha resistito alla concorrenza sleale cinese, non a quella di uno Stato spione e vessatore. Manderemo a casa prima possibile questo governo ammazza imprese”, ha scritto Giorgia Meloni sui suoi profili social.
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