Lo scontro in volo, poi lo schianto: una strage per 349 persone

Il 12 novembre 1996 due aerei volano sulla stessa rotta, ma in direzioni opposte: si scontrano in cielo causando la peggiore strage aerea avvenuta in India

Lo scontro in volo, poi lo schianto: una strage per 349 persone
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È il 12 novembre 1996 quando il volo Saudi Arabian Airlines 763 e il volo Kazakistan Airlines 1907 si scontrano nei cieli di Charkhi Dadri, India, causando la morte di tutte le persone a bordo dei due aerei. Con 349 vittime, lo scontro è considerato uno dei più gravi incidenti aerei mai accaduti e il più disastroso avvenuto in India.

La collisione

I due velivoli a scontrarsi in volo, un Boeing 747 della compagnia aerea saudita Saudia, e un Ilyushin Il-76TD della Kazakistan Airlines, ospitavano rispettivamente 312 e 37 persone a bordo. Il jumbo della Saudia stava volando da Delhi a Dharahn, Arabia Saudita, quando impattò contro il volo kazako, che stava volando da Şımkent, Kazakistan, a Delhi. Alle ore 18.32 il volo Saudia decollò, e simultaneamente l’altro velivolo fu autorizzato ad atterrare mentre i due aerei si trovavano sulla stessa aerovia, in direzioni opposte.

Il controllore di volo accordò al volo kazako di scendere a 15000 piedi, mentre diede l’ok a quello saudita di salire a 14000 piedi. Dopo qualche minuto, alle 18.40, il volo Kza1907 comunicò alla torre di controllo di aver raggiunto l’altezza stabilita, ma in realtà si trovava più in basso. A quel punto il controllore di volo avvisò l’equipaggio che un altro velivolo si trovava sulla medesima rotta.“Traffico identificato a ore 12”, venne comunicato ai piloti, “reciproco Saudia Boeing 747, 10 miglia nautiche. Rapporto quando lo avete in vista".

Ma l’Ilyushin non rispose più e, prima che l'operatore riuscisse ad avvertire l’altro velivolo, i due aerei erano già entrati in collisione. Nell'impatto la coda dell'aereo kazako spezzò l'ala sinistra e lo stabilizzatore orizzontale del Saudia. Quest’ultimo prese fuoco e si disintegrò in volo, prima di schiantarsi al suolo, all’incredibile velocità di 1.135 chilometri all'ora. L’Ilyushin rimase invece intatto a livello strutturale, ma precipitò poco dopo in un campo.

I soccorsi che arrivarono nel villaggio di Dhani - luogo in cui si schiantò il volo saudita - trovarono 2 passeggeri ancora vivi, seduti al loro posto con le cinture allacciate, ma purtroppo non ce la fecero e morirono poco dopo per le gravi lesioni interne riportate. Anche 4 passeggeri presenti sul volo kazako furono rinvenuti ancora in vita, ma in seguito subirono la stessa sorte degli altri. Le vittime della tremenda collisione nei cieli indiani fu di 349 persone.

Le indagini e le responsabilità della tragedia

Ad occuparsi delle indagini per stabilire le cause della tragedia fu il giudice dell'Alta Corte di Delhi, Ramesh Chandra Lahot. Come si legge in un articolo di Repubblica datato 1996, gli inquirenti stabilirono che la responsabilità dell'incidente fu del pilota del volo kazako, Alexander Cherepanov, il quale interpretò erroneamente le disposizioni del controllore del traffico aereo. Le indicazioni dell'operatore erano infatti per il Saudia appena decollato, non per l'Ilyushin che stava atterrando.

Secondo quanto emerso dalle scatole nere, Cherepanov avrebbe capito di dover scendere a una quota inferiore a quella corretta di 15000 piedi, portando il velivolo a 14500 piedi e più in basso, a 14000. Quando l'operatore si accorse dell'errore, avvertì il pilota il quale risalì e si ritrovò malauguratamente sulla stessa rotta del Saudia, causando lo scontro.

Durante le indagini i controllori di volo indiani affermarono che spesso i piloti kazaki confondevano i loro calcoli, perché usavano i metri e i chilometri al posto dei più utilizzati piedi e miglia nautiche, per calcolare le distanze. A questo si aggiunse il fatto che molto probabilmente il pilota dell'Iliyushin, come altri piloti kazaki, non conoscesse perfettamente la lingua inglese, cosa che lo mandò in confusione.



A seguito dell'incidente la Direzione generale dell'aviazione civile ordinò che tutti gli aeromobili in entrata e in uscita dall'India venissero dotati del Traffic collision avoidance system, ovvero uno dispositivo che avverte i piloti della possibile presenza di un altro velivolo nelle vicinanze, evitando una collisione.

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