Stavano tornando a casa, stavano andando a scuola o al lavoro. Avevano preso quei treni maledetti per andare a incontrare un amico o un parente. Sono 27 le vittime dell'incidente avvenuto ieri tra Corato e Andria, pochi chilometri a nord di Bari. 27 vite spezzate che lascieranno un vuoto incolmabile nei loro cari. Ecco le loro storie.
Jolanda Inchingolo
25 anni. Si stava preparando per il giorno più bello della sua vita. A settembre avrebbe sposato il suo fidanzato. Aveva preso quel treno per andare a incontrarlo a Bari. È stata riconosciuta da un anello con una pietra nera che portava sempre al dito.
Antonio Summo
15 anni. Viveva a Ruvo di Puglia, era andato ad Andria per sostenere due esami di riparazione. Il padre non voleva che li sostenesse. "Non ti preoccupare papà, io vado", gli aveva risposto. La mattina aveva sostenuto il primo dei due esami, poi è salito su quel treno per andare a casa a riposare in vista del secondo fissato nel pomeriggio.
Enrico Castellano
72 anni. Ex funzionario del Banco di Napoli, viveva a Torino da 50 anni. Lunedì era arrivato ad Andria, dove vivono i suoi figli. Lì, oggi, avrebbe dovuto festeggiare il secondo compleanno del nipotino.
Gabriele Zingaro
23 anni. "Aiuta qualcuno. Nel dubbio.. aiuta qualcuno" scriveva su Facebook. Era di Andria e lavorava come metalmeccanico in una fabbrica di Modugno. Era andato al Policlinico di Bari per farsi controllare una ferita a un dito che si era procurato lavorando.
Francesco Tedone
19 anni. Stava tornando a casa da Bari dove era andato a trovare un'amica.
Patty Carnimeo
30 anni. Lascia una bambina di due anni e mezzo. Viveva ad Andria, lavorava come estetista a Bari, la città dove era nata. Prendeva quel treno ogni giorno.
Fulvio Schinzari
59 anni. Il suo nome è stato il primo a essere diffuso. Era il vicequestore aggiunto di Bari. Viveva ad Andria ed era su quel treno per andare a lavoro, dove tornava dopo le ferie. Sposato, aveva due figlie. Era stato assunto nella Polizia nel 1989. Il suo corpo è stato riconosciuto da uno dei soccorritori, un suo collega.
Alessandra Bianchino
29 anni. Era nata a Trani, ma viveva ad Andria dove lavorava all'Oratorio Giovanile Salesiano.
Salvatore Di Costanzo
56 anni. Era un agente di commercio, si trovava in Puglia per lavoro. Era anche un allenatore di calcio, nell'ultima stagione aveva allenato la Verdellinese, per poi firmare per la Val Cavallina.
Maurizio Pisani
49 anni. Originario di Pavia, viveva a Milano con la famiglia. Era in Puglia con la moglie e la figlia che non erano sul treno. Era sul convoglio diretto a Bari.
Nonna Donata
Non è stato diffuso il cognome. Sappiamo però che Donata era con suo nipote Samuele, un bambino di sei anni. Il bambino era ancora tra le sue braccia quando è stato estratto vivo dalle lamerie dai vigili del fuoco. Il piccolo vive a Milano ed era in Puglia per passare qualche giorno con la nonna. Stavano andando a Barletta dove avrebbero dovuto prendere una coincidenza per Milano.
Giuseppe Acquaviva
51 anni. Lui non era neanche su quel treno. Stava lavorando nei suoi campi, quelli tagliati in due dalla rete ferroviaria. Il canto delle cicale, il caldo estivo poi uno schianto. Il rumore dei finestrini che esplodono, i detriti di ferri che volano per aria. Uno lo ha raggiunto alla testa, uccidendolo.
Pasquale Abbasciano
Era uno dei due macchinisti. Sarebbe andato in pensione a fine anno.
Amava il suo lavoro e la sua campagna, dove coltivava ciliegie. La figlia era al comune di Andria per sbrigare le pratiche preliminari del matrimonio. L'avrebbe raggiunta dopo il lavoro.Luciano Caterino
37 anni. Era l'altro macchinista, quello del treno giallo proveniente da Bari.
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