Il pasticcio sulla scuola: "I banchi distanziati? ​Non è più obbligatorio"

Secondo il Cts in attesa di aule nuove e dei banchi monoposto nei primi mesi si può usare la mascherina se non c’è la possibilità di far rispettare la distanza minima a scuola

Il pasticcio sulla scuola: "I banchi distanziati? ​Non è più obbligatorio"

A scuola doveva cambiare praticamente tutto in considerazione della situazione sanitaria legata al coronavirus. Ma ad oggi ben poche cose sono pronte in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico. Ritardi su ritardi. I banchi monoposto, quelli da 300 euro, che in gran parte degli istituti prima di ottobre, le nuove aule non ancora predisposte, le tensostrutture non ancora montate. E poi l’idea di far svolgere lezioni anche in altre sedi. Il tutto per il mantenimento del distanziamento interpersonale. Per non parlare dell’ipotesi di dividere le classi. Ma queste sono questioni legate al passato. Come ricorda il Corriere della Sera, il Comitato tecnico scientifico con il verbale del 12 agosto è riuscito a soccorre il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, in evidente difficoltà. Nel documento, infatti, si specifica che "nelle situazioni temporanee in cui fosse impossibile garantire il prescritto distanziamento fisico", si può anche derogare purché si usi la mascherina chirurgica insieme all’igiene delle mani, all’aerazione dei locali e alla pulizia degli ambienti.

In pratica, nei primi mesi basta con il banco che a qualcuno ha dato l’impressione del girello per bambini, strumento criticato anche l’elevato costo: da settembre in classe ci si potrà sedere come si è sempre fatto fino ad ora, l’importante è avere il dispositivo di protezione individuale. Gran sollievo per gli studenti e la stessa Azzolina. Se le cose non fossero cambiate, il ministro sarebbe stata sommersa da un oceano di polemiche. Perché del resto il tempo per organizzare il nuovo anno non mancava. Ma il ministro non può dormire sonni tranquilli. Perché in effetti quello che si doveva predisporre per il 14 settembre è solo rimandato.

Il Cts spiega che situazioni di mancato distanziamento andranno "corrette il prima possibile". Quanto sia lungo questo tempo lo si capirà soltanto nelle prossime settimane. Il problema principale è che non si sa dove mettere quel milione e duecentomila studenti che non hanno posto secondo le nuove norme. Luoghi adatti per le lezioni si faticano a trovare specie nelle grandi città. Così il ministero ha chiesto ai presidi di inviare entro lunedì prossimo le loro richieste per cercare di accelerare l’interlocuzione con gli enti locali.

Lo stesso ministero ha aggiunto un altro consiglio che arriva direttamente dal Cts: "E’ raccomandato tra le misure assolutamente opportune, l’utilizzo dell’applicazione Immuni. Il Cts sin dalla seduta n. 92 del 02/07/2020, ne ha fortemente consigliato “l’adozione da parte di tutti gli studenti ultraquattordicenni, di tutto il personale scolastico docente e non docente, di tutti i genitori degli alunni. Il Cts ritiene che costituisca uno dei punti chiave della strategia complessiva di prevenzione e monitoraggio del mondo della scuola".

Le preoccupazioni sul rientro in classe degli studenti sono tante perché vi è incertezza ruolo che la scuola può avere nella trasmissione del virus. Senza dimenticare che in questi ultimi giorni i casi di contagio sono in aumento. Secondo il Cts non è nota la reale trasmissibilità negli istituti "anche se cominciano ad essere disponibili evidenze scientifiche di outbreak in ambienti scolastici.

Non è nemmeno noto l’impatto che potranno avere le misure di riorganizzazione scolastica che si stanno mettendo in campo in questi giorni e più in generale non è noto quanto i bambini, prevalentemente asintomatici trasmettano Srs-CoV-2 rispetto agli adulti". Il tempo per pensare a soluzioni adatte la Azzolina lo ha avuto ma i risultati non sono stati particolarmente soddisfacenti. Ministro rimandato a settembre, se troverà posto in aula.

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