L'idea non è nuovissima: prendere un simbolo e provare a distruggerlo, per cercare di affermare un'ideologia. Ma vediamo di cosa si tratta. Come riporta La Stampa in una prima elementare di Torino le maestre hanno pensato bne (o male) di cambiare nome alla "festa della mamma". Ma che senso può avere una simile idea? Andiamo per gradi.
Le maestre hanno comunicato la loro decisione ai genitori dei bambini all'inizio dell'anno scolastico. Poi, però, tutti se ne sono dimenticati. Ma con l'avvicinarsi della data fatidica (8 maggio) il tema è tornato all'ordine del giorno. L'obiettivo sulla carta era buono: non discriminare nessuno. Ma il rischio, in questo caso, è che a essere discriminati siano proprio i bambini. Perché, pensiamoci bene, un bimbo non ha il diritto di avere (e di festeggiare) la mamma?
Le insegnanti, però, prima di tutto hanno pensato al rischio "discriminazione". Perché mai festeggiare la mamma se possiamo festeggiare tutti quelli "a cui si vuole bene"? Così, ha pensato la giovane maestra che per prima ha avuto l'idea, potranno festeggiare tutte le famiglie, anche quelle "arcobaleno", magari con due papà o due mamma.
La bizzarra decisione, però, ha scatenato un bel polverone. Nel senso che non tutti, ovviamente, hanno apprezzato l'imposizione. Una delle mamme che ha lanciato la protesta, su Facebook, ha scritto che papà e mamma sono "due cardini, due archetipi, due certezze intorno ai quali si è costituita la nostra società.
Dovere della scuola è radicare certezze nelle figure di riferimento, non aumentare la confusione e disorientare i bambini". Pensare di sostituire due figure centrali, come la mamma e il papà, con un generico "chi ti vuole bene" non solo è sbagliato, ma può essere anche pericoloso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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