Se ancora non ci è dato sapere quale sia la mossa del cavallo che, con consapevolezza, Matteo Renzi lascia avvolta da un alone di mistero. L’ex premier di mossa, meno consapevole, oggi ne ha fatta un’altra. Quella della mascherina. Che non lascia spazio a dubbi e giri di parole. Su e giù, giù e su. Tra uno scatto con i fan e un’autografo sulle copie del suo nuovo libro, Matteo Renzi si pavoneggia tra gli archi del loggiato di Palazzo Strozzi, a Firenze, facendo poca attenzione a proteggere ammiratori e giornalisti con l’ancora obbligatoria mascherina facciale. La tiene adagiata sul mento e la manovra tra i discorsi. Tra una battuta sarcastica e l’altra.
Il caso questa volta non è dalla sua. Sembrano passati i giorni fortunati dell’ormai lontano 2014, in cui finì a governare il Paese senza essere stato votato da nessuno. Così, per quelle combinazioni che c’è chi associa al caso e chi alla fortuna. A questo giro, la mascherina lavabile rosso nera non si ferma mai su bocca e naso e nell’assembramento di fine presentazione, in cui tutti boccheggiano costretti a sudare dietro i dispositivi di protezione, il senatore di Scandicci si fa le regole da solo. Da buon vecchio padrone di casa. Si raccomanda ai giornalisti “parli senza mascherina, e poi se la rimetta”, esordisce il leader di Italia Viva prima che il cronista inizi a parlare. Dopo qualche minuto però, si contraddice e questo si sà, in politica, non stupisce più e nella tonnara tra saluti e sorrisoni rivolti ai flash, il Matteo della sinistra tiene la maschera al collo come fosse il nuovo gadget dell’estate. Sarà mica per venire meglio nelle foto?
In quelle immagini che poi finiscono per raccontare il vero e sgamare chi sgarra le regole. Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare si dice. E rispettare le regole, enunciate a gran voce dalle istituzioni, è più difficile di quanto non sembri. Lo sanno bene gli imprenditori che a causa di distanziamento sociale e sanificazioni varie sono ripartiti a lavorare con il terrore di dimenticare, nel mentre, qualche regola fondamentale, pena una multa salata o il fermo dell’attività. Eppure, anche chi ha firmato la stretta non è mai riuscito a dare un gran buon esempio. Freschi di cronaca gli assembramenti di Giuseppe Conte a Genova sul Ponte Morandi e la manifestazione del centro destra a Roma in cui, seppur armati di mascherina tricolore, leader politici a manifestanti non hanno rispettato il distanziamento anti Covid. Alla fine c’è cascato anche lui, l’ex piddino che oggi diventata anche scrittore e mentre racconta “come ricominciare insieme”, fa il primo passo falso.
Il libro che da qualche giorno Renzi ha iniziato a presentare in tour per l’Italia si conclude con una lettera d’amore al suo pubblico, ai suoi lettori.
Una dichiarazione d’affetto al suo popolo, “si fa politica perché sia ama la propria gente” scrive Matteo che poi con un mezzo vittimismo ingiustificato aggiunge, “nonostante le critiche non trasformerò il mio carattere, non imparerò a dire barzellette, non mi travestirò”, avrà mica frainteso il senso della mascherina anti virus? Non siamo al carnevale di Venezia, non c’è bisogno di travestimenti, ma se di mosse vogliamo parlare oggi anche Matteo ha perso la partita.
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