Una bimba di sei anni si aggira sperduta sul marciapiede. Stretta in un cappottino elegante, le scarpe abbinate, il viso pulito. I passanti si fermano inteneriti, la aiutano, le domandano se ci sia qualcosa che non va.
Se però alla stessa bambina viene messa in faccia un po' di polvere nera e le vengono fatti indossare dei vestiti trasandati, nessuno si ferma. Viene ignorata, evitata, allontanata. In un ristorante viene scacciata da quegli stessi clienti che la avevano coccolata e vezzeggiata quando era entrata nel locale con i vestiti eleganti.
La storia di Anano - così si chiama la piccola - è stata raccontata in un video dell'Unicef a favore dei bambini del terzo mondo, con uno slogan assai eloquente: #FightUnfair.
Troppi bambini e bambine, spiegano dall'Unicef, sono lasciati a se stessi.
Abbandonati a causa dei pregiudizi che troppo spesso ci spingono ad ignorare la povertà del prossimo e ci chiudono nell'egoismo e nell'indifferenza.Eppure basterebbe poco - una presa di coscienza ancora prima che una donazione - per provare a cambiare il futuro di molti bimbi come Anano.
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