Alla fine, la capitana Carola Rackete lo ha fatto. Si è spinta fino al limite e, dopo aver sfidato il governo italiano e il suo ministro dell'Interno per giorni, ha attraccato la Sea Watch 3 nel porto di Lampedusa. Ancora una volta contro la legge. L'ultimo braccio di ferro tra la Ong e Matteo Salvini si gioca poco dopo l'una di notte.
"Basta, dopo 16 giorni dal soccorso Sea Watch 3 entra in porto", fa sapere si Twitter la Ong che dalle parole passa poco dopo ai fatti muoveno verso il porto, forzando di fatto il blocco. Ma ad attedere la capitana non c'erano solamente i rappresentanti del mondo buonista italiano, che finalmente hanno trovato un leader da seguire. C'era pure la Guardia di finanza che, come riporta l'Agi, hanno provveduto ad arrestarla "per violazione dell'articolo 1100 del codice della navigazione, che - come spiega la stessa agenzia - richiama il comportamento del comandante o dell'ufficiale che commetta atti di resistenza o di violenza contro una nave da guerra nazionale, ed è punibile con la reclusione da tre a dieci anni".
Bisogna vedere cosa accadrà ora. Certo è che le azioni di Carola si sono spinte troppo oltre in questi 16 giorni.
La sorte di 40 persone è stata decisa più che dal ministro dell'Interno dalla stessa capitana. Che ha fatto trasformato il salvataggio di 40 innocenti in mare in un caso politico. Di cui forse ora pagherà le conseguenze.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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