Sarebbe banale ricordare che solo grazie alle armi, quelle usate dagli alleati e dalla Resistenza, oggi l'Italia è una democrazia e non più una dittatura; come sarebbe ovvio dire che fino a quando in giro per il mondo ci sarà anche un solo Stato pronto ad usarle per scopi offensivi, le armi sono necessarie per difendere le libertà e i diritti, compresi quelli di chi non le vuole; o come fino a che un solo malintenzionato sarà in circolazione è necessario mantenere armate e addestrate le forze dell'ordine. E non è corretto sostenere che ogni euro speso per la difesa è un euro sottratto a stipendi, pensioni e sanità, semmai sono euro spesi a difesa dei diritti costruiti e maturati per l'appunto in epoca di missili contrapposti proprio per garantirne l'esistenza. È poi riduttivo pensare che difendersi voglia dire solamente costruire cannoni e missili. I miliardi investiti in ricerca dagli Stati e dai privati in questo comparto hanno avuto ricadute civili di primaria importanza, sono stati il motore del progresso. Il primo computer, Enigma, nasce nel 1940 in Inghilterra per decifrare i codici cifrati dei tedeschi, cosa che ha permesso agli Alleati di vincere poi la guerra; l'aviazione civile nasce dai primi aerei biplano costruiti con scopi bellici nel corso della Prima guerra mondiale; l'energia nucleare che tiene acceso mezzo mondo in modo pulito arriva dalla bomba atomica; Internet è la versione civile della rete di comunicazioni militari adottata dagli Stati Uniti; i satelliti che oggi garantiscono le comunicazioni, che prevedono uragani e permettono di soccorrere chiunque si trovi in difficoltà sono figli di quelli spediti per la prima volta nello spazio per spiare i movimenti degli eserciti dei Paesi nemici; molta della moderna tecnologia medica è una trasposizione di diavolerie pensate per scopi militari. Quindi, a demonizzare tout court le spese della Difesa non si fa un buon servizio né alla verità né all'umanità.
La pace in Ucraina la stanno ottenendo più giusto dire imponendo - gli Stati Uniti, un Paese che ogni anno spende oltre 800 miliardi di dollari, quasi il quattro per cento del suo Pil, in tecnologia militare. Gli altri, quelli disarmati, possono solo guardare, pregare, organizzare momenti di preghiera e cortei di protesta. Più o meno quello che si è fatto in Europa durante questa crisi.
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