Sesso e disabilità: c'è chi propone l'assistente sessuale

La sfera sessuale per un disabile può essere un mondo difficile da scoprire. Ecco il senso di una petizione perché si istituzionalizzi un "assistente"

Sesso e disabilità: c'è chi propone l'assistente sessuale

Max Uliveri, 42enne toscano, affetto da distrofia muscolare, è l'ideatore della petizione per l'istituzionalizzazione della figura dell'assistente sessuale per i disabili. Spiega il senso della sua iniziativa in un'intervista a TgCom24. E ci tiene soprattutto a chiarire un punto: non sta pensando di fornire una prostituta alle persone con disabilità che ne facciano richiesta.

Il problema è chiaro: anche i disabili hanno bisogno di vivere la propria sessualità. E le difficoltà sono evidenti: "Non sempre è facile conoscere persone e non sempre è facile superare l'impatto fisico, spesso c'è diffidenza da entrambe le parti". Per questo motivo tante persone "vengono portate a prostitute". In altri casi sono le madri "costrette a provvedere ai bisogni sessuali dei propri figli disabili".

Un problema che Ulivieri, fondatore del sito per il turismo accessibile www.diversamenteagibile.it, a ben chiaro. E che vorrebbe risolvere. Sposato da tempo, pensa a chi ha avuto un percorso sentimentale e sessuale diverso dal suo. Ma considerando anche i dubbi che potrebbero sorgere nell'opinione pubblica. "Nella mia bozza di proposta non è previsto il rapporto completo", spiega a TgCom24. Ma "un team di specialisti", dagli psicologi agli assistenti sessuali, che decidano come intervenire caso per caso.

I problemi da superare non sono pochi. A partire dal fatto che la disabilità finisce sui media solo "quando c'è Telethon o nelle pubblicità progresso". Poi il fatto che la sessualità dei disabili è un tema ancora tabù.

Ulivieri spiega: "Sono felicemente sposato da 4 anni e spesso mi sento dire 'Però è bella tua moglie', come se fosse una cosa strana".

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