«Oggi nelle due ore di ginnastica studio latino...». Quante volte è successo? Così l’alibi è perfetto: se siamo un Paese poco sportivo la colpa è di chi lo sport non ha voglia di farlo. E a scuola nella ore di ginnastica fa tutt’altro. E invece no. Siamo un Paese dove lo sport non si insegna. Nelle scuole, dove dovrebbe essere materia seria di insegnamento così come avviene in tante parti del mondo, di sport ce n’è pochissimo. E la maggior parte dei genitori che credono nell’importanza culturale, sociale e psicofisica della pratica sportiva se vogliono che i loro figli «pratichino» devono farsi in quattro, anche economicamente.
Siamo un Paese accartocciato sul calcio, sugli ultrà impuniti che fanno ciò che vogliono sulle curve e non solo lì, sui capricci di Ibra e Balotelli, su bimbi di sette anni che vanno in campo a giocare e non si divertono perchè il «mister» li rimbambisce di schemi. Siamo un Paese dove in tribuna i genitori che vanno ad accompagnare i figli a giocare si insultano. E siamo un Paese dove le prossime olimpiadi con tutta probabilità non saranno neppure trasmesse dalla Rai ma solo da qualche rete a pagamento. Questa è l’attenzione che il nostro Paese dedica allo sport. Non c’è traccia di sport negli investimenti del governo. Non c’è traccia di sport nelle campagne elettorali dei politici e non c’è traccia di sport nelle nostre scuole elementari e alle superiori. Ma finalmente qualcosa si muove.
È di questi giorni la notizia che da settembre partiranno finalmente i licei sportivi: è prevista una struttura per provincia. Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto che, va detto, era un’idea del ministro Mariastella Gelmini ministro per cui si è battuta la deputata pidiellina Manuela Di Centa. Ora il ministro Francesco Profumo ci ha messo la firma ma l’importante è che questa riforma sia arrivata in porto. Sarà una branca dello scientifico ma latino e storia dell'arte cederanno le ore a materie come diritto ed economia dello sport e discipline sportive e scienze motorie avranno tre ore settimanali. Le scuole apriranno le iscrizioni già a partire dal prossimo anno scolastico e si potranno iscrivere anche gli studenti disabili. Lo scientifico sportivo, spiega il decreto, non è finalizzato solo alla formazione di giovani che praticano lo sport e sono impegnati in competizioni nazionali o internazionali, cioè gli atleti. Ma a tutti quei ragazzi interessati ai valori della cultura sportiva. Al diploma lo studente avrà acquisito i principi fondamentali della pratica sportiva: dall’alimentazione alla fisiologia, dai rischi legati all’uso e all’abuso di droghe e alcol a quelli legati al doping. Non solo.
Ci saranno corsi per spiegare il benessere legato allo sport ma anche i danni che possono derivare dall’eccesso di partica agonistica. E ci saranno lezioni per insegnare cosa sia il tifo leale, il rispetto dell’avversario e il fair-play in campo e fuori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.