La capitale italiana delle merendine? E’ in Basilicata, a Balvano, in provincia di Potenza. Un paese il cui panorama, placido, immoto, senza tempo, rimanda all’intervallo della Rai, quello dell’arpa e delle pecore al pascolo. Balvano che “giace in frantumi” tra le dolomiti lucane, ricordando un verso del poeta lucano Rocco Scotellaro.
Balvano silente, Balvano tragica: un paese colpito, il 23 novembre 1980, dal violentissimo terremoto dell’Irpinia (in paese persero la vita circa 300 persone) e, ancor prima, nel 1944 segnato dalla più grande tragedia ferroviaria della storia italiana. Il blocco di un treno in galleria provocò la morte di 500 persone a causa dell’esalazione di gas tossici prodotta dalla locomotiva.
Una paese che ha imparato a rialzarsi e a ripartire dalla produzione di merendine. Il simbolo della rinascita. Se ne contano dieci tipi diversi ed “il numero totale di prodotti che escono da due linee che lavorano a ciclo continuo permetterebbe di fare tre volte il giro della Terra e in un anno tutte le merendine prodotte basterebbero a tappezzare 830 campi di calcio” dice l’azienda Ferrero in una nota stampa.
La stessa, per onorare i quasi trent’anni di lavoro svolto con passione e dedizione, ha presentato l’iniziativa “Direttamente per te dal forno di Balvano”. Dal 22 marzo al prossimo giugno, 20 mila famiglie italiane riceveranno a casa, con un corriere, una confezione di merendine prodotte nello stabilimento lucano “per offrire ai consumatori una colazione con il profumo e l’odore del forno simile a quello di casa”, conclude nella nota l’azienda.
Antichi sapori e profumi, il tentativo di saldare passato e presente in una regione da sempre in lotta con se stessa , sospesa nella scelta fra antico e moderno. E un paese, Balvano, che dopo tanto dolore oppone ai primati negativi un titolo di cui andar fiero. Con dolcezza.
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