La sfida Conte-Salvini (nella grafia)

Il duello tra Conte e Salvini si riflette anche nella personalità dei due leader

La sfida Conte-Salvini (nella grafia)

Dall’analisi della scrittura e della firma dei due personaggi politici emerge una diversità di comportamento: “più immediato Salvini, più controllato Conte”.

Dalla scrittura del Presidente Giuseppe Conte emerge una personalità determinata, con una buona energia vitale che gli permette di affrontare i problemi inerenti al suo incarico politico, con fermezza e determinazione. L’eccessivo controllo si nota anche nell’espressione del linguaggio corporeo:“eleganza sobria, espressione linguistica misurata e convincente, niente fuori posto, nemmeno un capello”; ciò denota come egli sappia esprimere le proprie opinioni con garbo e misura.

Stupisce invece la firma per la differenza di dimensioni e di gesto. Sappiamo che la firma indica di relazione tra l’Io personale e il mondo, quindi, rappresenta il casato, il padre vissuto in modo positivo o negativo. La grafologia non può definire questi fatti ma, rilevando la diversità tra testo e firma, accerta che il nostro Presidente del Consiglio sta operando una sorta di“riscatto sociale”, a salvaguardia di un’immagine positiva di sé; e senza dubbio la sta ottenendo con tutti i carismi. Mi permetto un consiglio: “il controllo costante che esercita su di sé potrebbe provocargli, se già non l’ha fatto, delle fastidiose cefalee.

E veniamo a Matteo Salvini, “il sanguigno per eccellenza”, il combattivo e,come dice Erich Fromm in uno dei suoi libri l’aggressività, spinto a essere attivo ad oltranza.

È ciò che si nota nel Ministro degli Interni Matteo Salvini. Difficile comprenderlo per la foga che mette nelle parole, ma è il suo carattere a spingerlo oltre il”muro dell’inefficienza” portandolo a volte ad essere persino irruento, ma mai vendicativo.

Le forme grandi delle lettere dimostrano un carattere immediato, impulsivo e tempestivo, oltre che voglioso di trovare sempre giuste vie d’uscita ai problemi.

La firma con l’asta che sovrasta il nome e cognome denota, anche per Salvini,la spinta per un riscatto sociale, come superamento della figura paterna, ma anche per sentirsi considerato e protetto. Una dimensione quest’ultima che risulta apparentemente assurda se lo osserviamo esternamente, ma che è certamente vera nel suo intimo.

Un punto che mi sembra giusto sottolineare nel comportamento di Salvini è stato quando ha invocato la Madonna e il Rosario: il mondo, non solo politico,lo ha subito tacciato di superstizione. Possibile che non ci si scandalizzi invececon i giocatori di calcio che abusano del segno di croce per entrare in campo?

Non è questa una vera superstizione e delle peggiori?

A voi la sentenza!

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