Si fa aprire la porta e tenta di bruciarlo vivo: grave un esponente del clan Di Silvio

Antonio Di Silvio, detto Cavallo, è ricoverato in ospedale con diverse ustioni. Un uomo gli ha lanciato contro una bottiglia contenente liquido infiammabile per poi dargli fuoco. È caccia all'uomo

Il luogo dell'attentato incendiario
Il luogo dell'attentato incendiario

Un vero e proprio agguato quello subito questa mattina da Antonio Di Silvio, 56 anni, appartenente al noto clan rom di Latina: un uomo a cui aveva aperto la porta di casa gli ha gettato contro una bottiglia contenente liquido infiammabile e poi gli ha dato fuoco. Per le ustioni riportate si trova ricoverato all’ospedale Santa Maria Goretti di Latina. L’aggressore s’è invece dileguato ed è ricercato dai carabinieri.

La citofonata e poi l’agguato incendiario

È accaduto tutto questa mattina, in pochi minuti. Antonio Di Silvio, detto Cavallo, si trovava in casa sua in via Grassi a Latina nel quartiere Nicolosi, in quanto ristretto agli arresti domiciliari per una storia di droga. A suonare il campanello una persona che probabilmente l’uomo conosceva, dal momento che ha aperto senza problemi. Stando a una prima ricostruzione dei fatti, lo sconosciuto si sarebbe fatto aprire la porta di casa della vittima, un appartamento al primo piano, prima di lanciargli contro del liquido infiammabile e innescare l'incendio. Immediato è scattato l’allarme che ha permesso ai soccorritori del 118 e ai vigili del fuoco di prestare cure urgenti all’uomo dopo aver spento le fiamme. Antonio Di Silvio è rimasto gravemente ustionato tanto che si trova ricoverato presso l’ospedale di Latina.

Caccia all’uomo e al movente dell’attentato

I Carabinieri di Latina e gli specialisti dell’antincendio dei vigili del fuoco hanno immediatamente avviato le indagini per ricostruire l’accaduto e raccogliere il maggior numero

possibile di informazioni sui fatti. Nel contempo è stata avviata una caccia all’uomo per trovare l’attentatore. Gli inquirenti sarebbero già sulla pista giusta. Il sospetto è che l’agguato sia legato a vicende di droga.

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